e le note vengono aggiornate di quando in quando)
sabato 19 marzo 2016
Vedi Napoli e poi... torni! (6)
Il mio viaggio di rientro da Napoli coincide con la Festa del papà. Fortunatamente sono riuscito ieri, a Marechiare, a mangiarmi 4 zeppoline 4, così da poter dire che almeno uno dei tanto magnificati dolci l'ho assaggiato (niente babbà, niente sfogliatelle, non una porzione di pastiera e nemmeno un roccocò: conto di recuperare la prossima volta, senza dover attendere più alcuni lustri). Il primo viaggio estivo che feci con Luca ebbe come meta il Chianti e risale al 1996. Ho già osservato che quest'anno è ricco di anniversari... In quel tempo non c'erano smartphone collegati H24 all'iperspazio, non avevo il navigatore e nemmeno un telefono cellulare. Luca arrivava in treno da Milano. Avevamo pianificato di trovarci alla stazione ferroviaria di Incisa Valdarno, dove io arrivai in auto con un quarto d'ora d'anticipo. Da lì avremmo proseguito assieme fino al termine della vacanza, quando lo avrei riaccompagnato a quella medesima stazione per il rientro a casa. Il mio treno di oggi è partito da Napoli alle 12:30, puntualissimo. Quello di Luca è arrivato in anticipo, poco prima delle 11:20. Per una di quelle strane coincidenze che la vita ci riserva, Luca ha deciso di trascorrere qualche giorno a Napoli assieme a un amico, e il loro arrivo è coinciso con la mia partenza. Più o meno anche l'orario era quello. Così abbiamo replicato l'esercizio di sincronia così ben riuscito vent'anni fa (ma con l'odierno corredo di tecnologia telematica è tutto più facile). Avere un posto accogliente vicino a casa, in cui poter cenare dopo una intensa giornata di escursionismo urbano, è uno dei piaceri del viaggiatore abitudinario. Il ristorante che ho scelto offre un delizioso menu di terra e di mare (le pizze non le ho provate) e a una cert'ora arriva pure l'emulo di Apicella, che in cambio di qualche moneta caanta la serenata alle coppiette. Per andare a Bagnoli ho preso la metro in piazza Amedeo, percorrendo a piedi un lungo tratto delle vie di Chiaia e ho goduto di scorci per me ancora inediti, che mi hanno lasciato l'acquolina in bocca, al pensiero di quanta parte del cuore pulsante della città mi è rimasto ancora sconosciuto. Il treno ferma anche a Campi Flegrei. Da lì partivo, una volta al mese, per rientrare a casa con un convoglio notturno che arrivava a Pordenone alle sette di mattina. Durante il corso “estero-merci” di via Santa Brigida tornavo a casa ogni 15 giorni, una volta in treno e una in aereo, fino a Bologna (da cui proseguivo poi tramite ferrovia). Nei fine settimana “indigeni” approfittai per fare il turista, visitando Caserta, Pompei e Capri. Questa volta concludo il soggiorno con una parentesi bucolica, godendo delle meraviglie del paesaggio, grazie a uno chaperon d'eccezione. E lo sguardo si perde, fra mare e cielo. Del fervore manutentivo che impazza in città non si vede effettivamente traccia appena giunti in periferia. Forse occorrerebbe investire qualcosa anche per riasfaltare le strade di Posillipo. Il Parco Virgiliano è un'oasi di pace, buono per i proprietari di cani e i patiti del jogging. La vista su quel che resta del complesso siderurgico Italsider è un pugno nello stomaco per le occasioni perse di risanare un'area così grande, che soltanto l'arida cupidigia dell'uomo poteva collocare in un paesaggio simile. E chissà quali difficoltà ne impediscano ancora il recupero. Nisida è un isolotto collegato alla terraferma da un lungo pontile. Ospita un carcere per minorenni: magari anche un incantevole paesaggio può contribuire al recupero di questi ragazzi, più vittime che carnefici. I panorami dell'Italia centrale, visti dal finestrino di un treno, alleviano la pena per il distacco. Dovevo riscattarmi dallo sgarbo inferto a questa città durante il mio primo soggiorno. Ora mi sono finalmente riconciliato col sole, col cielo e col mare; con la bellezza, l'autenticità, la gioia; con Napoli e il suo popolo.
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