(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

giovedì 7 aprile 2016

IJF16 - Due

”C'è un filo rosso che unisce la memoria all'attualità e che la ricomprende attraverso sguardi, atteggiamenti e pratiche quotidiane. Una Resistenza che non può essere compresa solo nel suo quadro storico, memore di forme di lotta a cui tutti dobbiamo la nostra storia, ma che deve essere inquadrata anche nel presente, quotidiano tradimento ai valori di libertà che la Resistenza stessa reca in sé. Partendo da questo quotidiano, fatto di dissenso e di resistenze al reale, anche attraverso il cinema cerchiamo di rispondere alle nuove forme di espressione. Ecco che nel mese di Aprile il nostro mosaico cinematografico nasce dalla resistenza partigiana con Rino la mia ascia di guerra, per indagare il conflitto civile spagnolo che, ottanta anni dopo, con Barcellona ferita aperta e Tierra y Libertad ci ricorda ancora il ruolo strategico dei fascisti italiani nella dittatura di Francisco Franco, per poi fondersi con il presente delle nuove forme di oppressione che ogni giorno ci interpellano: dal dramma dei migranti in Resist against Europe with borders, al mondo dei rom e della loro ghettizzazione ne I ricordi del fiume, per approdare infine alla situazione delle carceri e dei detenuti con il progetto Le nuvole.”

Che il Postmodernissimo sia un cinema sui generis lo si capisce fin dal nome. Poi entri, e trovi appese nel foyer alcune riproduzioni dei manifesti dell'ICAIC (l'Istituto Cubano di Arte e Industria Cinematografica) appena visti in mostra alla Mole Antonelliana. E ti rendi conto che le coincidenze non esistono. La collaborazione con l'IJF è iniziata lo scorso anno. La prima delle mie serate festivaliere inizia con un documentario d'inchiesta realizzato da un giovane artista ucraino, deciso a indagare uno dei tanti misteri sovietici. Il complotto di Chernobyl – The Russian Woodpecker (il picchio russo), sostiene una tesi inquietante e ben argomentata. Che il disastro della centrale atomica del 1986 sia stato pianificato e voluto per coprire il fallimento di un colossale sistema di intercettazione radar (uno dei tre esistenti al mondo, all'epoca, costato due volte la somma spesa per la centrale e costruito nelle sue immediate vicinanze).

Per la seconda giornata di festival, si inizia con una mattinata full immersion al Brufani: law&order. Dagli Open Data alla diffamazione on line, tutela della privacy, attenzione ai metadati delle foto, Freedom of Information Act (FOIA) in versione italica (gran pateracchio). I contributi dalle diverse università e dagli studi legali si susseguono con interessanti e utili riferimenti. Conforta non poco il parere di un avvocato intervenuto ben oltre l'ora di pranzo per ammettere fuor dai denti che nel nostro Paese la trasparenza amministrativa è tutt'ora una chimera. Malgrado le diverse norme entrate in vigore negli ultimi 25 e più anni per rendere meno opache le vetrine degli sportelli pubblici, la reale e concreta accessibilità alle informazioni da parte di qualunque cittadino rimane una corsa a ostacoli. E, nel nostro piccolo, ce n'eravamo accorti. Ancora troppi i paletti, troppo ampio il potere discrezionale della Pubblica Amministrazione, inesistenti le sanzioni per il funzionario pubblico che, senza averne titolo, nega l'accesso a un atto. Senza contare che, per aver ragione, bisogna adire al TAR, con le spese conseguenti. Nel pomeriggio ci si svaga.

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