e le note vengono aggiornate di quando in quando)
mercoledì 6 aprile 2016
IJF16 - Uno
Mai dar retta a un ufficio turistico. Sono di norma disinformati e praticano l'arte del depistaggio. E' almeno da dieci anni che frequento Perugia con una certa regolarità. Del laboratorio di vetrate artistiche di via Fatebenefratelli sapevo da una bellissima guidina che acquistai in una delle mie prime visite al capoluogo umbro. Non ero mai riuscito a visitarlo, però. Fino ad oggi. La signora dell'ufficio turistico mi conferma che al laboratorio si accede soltanto in gruppo, con una visita guidata, a seguito di prenotazione. Non è vero. Forte della mia cocciutaggine, stamane ci sono andato lo stesso e ho scoperto che il martedì e il mercoledì ci si può entrare anche senza essersi intruppati in un gruppo. E ho goduto di una visita guidata tutta per me. La casa è un edificio storico appartenente in origine alla famiglia Baglioni. Si salvò dalla demolizione del Sangallo perché era fuori dal perimetro di costruzione della Rocca Paolina. Fu acquistato da un bisnonno dell'attuale proprietaria, che iniziò a studiare la tecnica di produzione e restauro delle vetrate artistiche. Vi è conservato un archivio documentale di straordinario interesse, che comprende le carte del laboratorio, la corrispondenza privata, la contabilità e qualche migliaio di lastre fotografiche catalogate dalla sovrintendenza. Le foto furono scattate dal bisnonno per la propria attività di restauro, ma oggi rappresentano una formidabile testimonianza dell'Umbria di fine Ottocento. Gli avi della signora hanno restaurato le vetrate delle più significative chiese del circondario e i lavori dello studio hanno varcato gli oceani. Chiedo se vi sia una qualche forma di collaborazione con il locale istituto d'arte, dove peraltro l'illustre antenato fu all'epoca docente. Nella mia ingenuità, mi pareva scontato che i ragazzi del posto frequentassero abitualmente questa fucina d'arte per carpirne i segreti e perpetuarne l'attività. Rimango a bocca aperta quando mi si risponde che no, se fosse gratis, forse... ma i laboratori a pagamento non incontrano l'interesse dei giovani del posto. Arrivano persone dall'estero. Gli studenti dell'istituto d'arte, nemmeno in visita. Tafazzismo allo stato puro. Allo sportello del cittadino, nel Palazzo della Provincia, si trovano un sacco di pubblicazioni e opuscoli interessanti. Lo avevo frequentato anni fa, per usufruire gratuitamente delle postazioni internet messe a disposizione di cittadini e turisti di passaggio. Oggi vi ho trovato un volume che mi richiama alla memoria un mio precedente soggiorno perugino. Un pomeriggio di alcuni anni fa, trascorso in una delle sale dell'università ad ascoltar pasquelle con la pelle d'oca. Il volume s'intitola La Passion di Cristo. In Umbria la tradizione del canto popolare è particolarmente sentita e frequentata. Ne dà prova un pregevole archivio sonoro ospitato nel capoluogo. Nei giorni che precedono la Pasqua è uso andar per le case a cantar “la passion di Cristo”. In quel pomeriggio avevo con me un voice recorder che tiene ancora memoria dell'emozione provocata da quei canti. Quando in una vetrinetta dell'ufficio della Provincia ho scorto il libro, mi ci sono avventato con istinto famelico. Ed è soltanto il primo giorno di Festival. Anzi, la prima mattinata...
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