(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

domenica 15 maggio 2016

Esploratori

In Congo è un personaggio illustre, tanto che a scuola se ne studiano le gesta e il suo nome venne attribuito all'insediamento francese che diverrà poi la capitale dello stato africano. Con l'intento di eliminare ogni residuo di colonialismo, qualche anno fa il governo locale propose di sostituire il nome della città con un toponimo autoctono, ma un largo dissenso della popolazione costrinse le autorità a desistere dal loro proposito. Pietro Savorgnan di Brazzà è un esploratore friulano vissuto a cavallo fra Otto e Novecento, passato alla storia per essere un colonialista sui generis in virtù dei suoi metodi non violenti e della sua repulsione verso lo sfruttamento delle terre conquistate. A Moruzzo, nell'incanto del Friuli collinare, esiste dal 2011 un museo dedicato all'intrepido esploratore, con relativo sito web (www.castellodibrazza.com) ricco di informazioni. Fu ancora una volta la stalla dei Colonos che mi permise di conoscere i discendenti di questa nobile famiglia, che tanto stanno facendo per onorare la memoria del loro antenato, e la storia di Pietro. Risalendo di un paio di generazioni si incontra un altro personaggio che meriterebbe di essere più conosciuto nel nostro Paese, il nonno degli attuali discendenti di Pietro. Ulrich von Hassel fu ambasciatore del Reich a Roma dal 1932 al 1938. La sua formazione e la sua coscienza lo fecero ben presto approdare alla resistenza tedesca (altro grande capitolo di storia poco nota, con il circolo di Kreis, il vescovo von Galen e i ragazzi della Rosa bianca). Venne giustiziato a seguito del fallito colpo di stato del colonnello von Stauffenberg, reso famoso dal film “Operazione Valkiria”. Del nobile diplomatico prussiano nel 1996 gli Editori Riuniti pubblicarono Diario segreto 1938-1944 L'opposizione tedesca a Hitler, un ponderoso tomo ormai fuori commercio che riuscii a procurarmi online. Secondo il principio legale della Sippenhaft (responsabilità della famiglia) anche alla figlia di von Hassel, Fey, toccò il campo di concentramento. Un amico grafico mi aveva informato che oggi sarebbe stato presente alla Fiera di Pordenone, per Naoniscon. Nel pomeriggio sono passato di là per salutarlo e sul banchetto giusto di fianco a lui ho notato un libro dalla copertina retrò intitolato al nostro esploratore. Si tratta di una graphic novel scritta da una giovane illustratrice di Motta di Livenza, che vedo intenta a disegnare una dedica su una copia del volume. Il disegno si trasforma in un delizioso acquerello sotto i miei occhi ammirati. Non ho bisogno di pensarci nemmeno per un istante. Attendo con pazienza che la “dedica” sia completata e sottopongo all'artista la mia copia del libro reclamandone una uguale. L'illustratrice si mette al lavoro, mi racconta di come è arrivata al nostro celebre corregionale e mi fa anche un sunto della sua biografia, mentre la figlioletta colora fogli di carta con disegni non meno incantevoli. Nella bolgia dell'affollato capannone fieristico per una mezz'oretta mi sono davvero sentito anch'io portare dalle onde verso terre lontane con le vele spiegate del vascello disegnato sul libro.

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