e le note vengono aggiornate di quando in quando)
venerdì 6 maggio 2016
In direzione ostinata e contraria
Oggi ho incontrato un cardiologo per uno di quegli esami di routine con dei nomi complicati, che alla fine si risolvono in quattro e quattr'otto. Sentendolo parlare ne ho riconosciuto l'accento. Emiliano? - dico. Romagnolo, puntualizza lui. Il dottore è di Riccione. Gli chiedo come mai dalla sua bella riviera ha deciso di trasferirsi fra le brume padane. Le vie della Provvidenza, mi risponde. Al termine della visita mi segnala che oggi in ospedale c'è la giornata dell'igiene delle mani (in verità, facendo poi una rapida ricerca online scoprirò che si tratta della Giornata Mondiale dell'igiene delle mani). Ah, dico, come sosteneva il dott. Semmelweis. Il pur anziano cardiologo si mostra dubbioso e interessato. Non comprende il nome che pronuncio. Semmelweis, ripeto. A metà dell'Ottocento sulla base delle proprie osservazioni questo giovane medico ospedaliero viennese era arrivato alla conclusione che i problemi di setticemia che decimavano le puerpere ospitate nel proprio reparto potevano essere risolti se i chirurghi si fossero semplicemente lavati le mani più spesso. Semmelweis fu presto licenziato dal suo impiego, emarginato dai colleghi, che non volevano riconoscere la validità delle sue ricerche perché si sarebbero trovati esposti al ridicolo, e morì pazzo. Soltanto qualche anno più tardi la comunità scientifica si rese conto di quanto fosse geniale la sua intuizione. Qualche lontano ricordo dei suoi trascorsi universitari lentamente riemerge e il cerusico romagnolo annuisce: ah sì, perché andavano dal tavolo anatomico dove si sezionavano i cadaveri alla sala parto senza nemmeno cambiarsi il camice. A distanza di quasi due secoli, la semplice precauzione di lavarsi le mani è ancora una valida misura di profilassi per evitare la diffusione di germi e batteri. I flaconcini dell'Amuchina gel ormai si trovano persino sugli autobus di linea. La sorte di Semmelweis è quella che tocca a tutti coloro che vanno contro corrente, dico. E lei va contro corrente? - incalza sornione il cerusico. Ogni giorno della mia vita, fin da quando portavo i calzoni corti. Ed è per questo, probabilmente, che mi sono imbattuto nella storia dello sfortunato medico viennese. Me ne ricordo sovente, ogni volta che trovo i miei interlocutori trovo scandalizzati per una soluzione inedita, un progetto originale, un'idea sui generis che propongo loro. La determinazione a percorrere le strade meno battute, a frequentare gli eventi poco à la page dove il pubblico scarseggia, il piacere di affrontare letture e argomenti peregrini, l'inclinazione a occuparsi di temi inconsueti, sono elementi che mi appartengono da sempre. Vedere le cose da prospettive diverse per scoprirne inedite sfumature, cambiare il punto di osservazione, cogliere la ricchezza delle diversità, ascoltare le storie che provengono da lontano nel tempo e nei luoghi, prestare attenzione ai pareri discordanti. Imparare le lingue, anche quelle minori, aiuta a stabilire un legame immediato con le persone: ringraziare una badante ucraina che ti ha dato un'indicazione stradale dicendole semplicemente spasiba accende nei suoi occhi una luce improvvisa di riconoscenza. Ma il destino di chi viaggia in direzione ostinata e contraria rimane anche oggi quello di Semmelweis.
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