(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

sabato 21 gennaio 2017

Operazione "Chimera"

La chimera è un mostro mitologico con parti del corpo di animali diversi. Proviamo ad avventurarci in un esercizio di fantasia e immaginiamo allora che uno fra i maggiori gruppi bancari italiani, malgrado la perdurante crisi economica, decida di assumere del personale per la propria rete di sportelli. Supponiamo che la Banca voglia reclutare un certo numero di promotori finanziari con un contratto di lavoro innovativo e atipico, tale per cui i neoassunti saranno inquadrati come dipendenti dell'istituto per due giorni a settimana (part-time verticale), mentre per la restante parte del tempo saranno agenti retribuiti a provvigione sul venduto. Lasciando alle organizzazioni sindacali dei lavoratori ogni considerazione in merito agli impatti che questa ipotetica sperimentazione potrà avere all'interno della categoria, tentiamo invece di immaginare le sue eventuali conseguenze nei confronti della clientela. Forse non tutti sanno che i dipendenti bancari sono lavoratori a stipendio fisso. Gli impiegati che incontriamo in filiale e dai quali ci facciamo consigliare su come impiegare i nostri risparmi non guadagnano in base ai prodotti di investimento che collocano. A dire il vero, esiste una parte variabile della retribuzione anche per i lavoratori del credito, una sorta di "premio di produzione" riconosciuto una volta l'anno. Ma per i bancari di cui sopra tale gratifica si mantiene abbondantemente al di sotto di una mensilità del proprio stipendio e pertanto la sua funzione incentivante è ben poca cosa. E' intuibile che gli istituti di credito abbiano maggiore interesse a collocare i prodotti che risultano per loro più remunerativi, dato che si tratta pur sempre di società che perseguono il profitto e devono garantire un adeguato ritorno economico ai propri azionisti. Gli "obiettivi di vendita" vengono da tempo inseguiti con pratiche non sempre ortodosse, che il management bancario ritiene "inevitabili", note come "pressioni commerciali". Ciascuna azienda bancaria si è ormai dotata di una efficiente struttura piramidale dedita ad assiduo monitoraggio e controllo, al solo scopo di garantire che la "rete di vendita" raggiunga i risultati assegnati. Come accade in ogni azienda strutturata e complessa, anche i bancari non sono tutti uguali, e per i supervisori commerciali di ogni livello, già onusti di benefit e lauti compensi, la prebenda garantita dal raggiungimento degli obiettivi prefissati assomma coppie multiple di zeri (cosa che evidentemente stimola tutte le loro capacità persuasive, mantenendo la tensione al risultato proporzionale al numero di zeri). Si dirà che incentivare le vendite è politica diffusa in ogni azienda commerciale, ma a questo proposito occorre osservare che le aziende di credito trattano "merci" piuttosto particolari e la loro attività ha (o dovrebbe avere) una rilevanza sociale. "La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito." (art. 47 della Costituzione Repubblicana). Non si tratta di aspirapolvere, comodini o autovetture. Il lavoro del promotore finanziario è regolato da norme severe e richiede una professionalità elevata. Ma dato che qui si preferisce nutrirsi dei dubbi, può essere lecito domandarsi: se il suo sostentamento dipende dalle vendite concluse, non sarà forse più alto il rischio che vengano talvolta inavvertitamente sottovalutati o trascurati (non sia mai, sottaciuti) i rischi sottostanti ai “prodotti” venduti o che non siano compiutamente illustrate le caratteristiche di ciascuna operazione così che il cliente possa maturare la propria decisione in piena autonomia e dopo essere stato adeguatamente informato? O si vuole continuare a ritenere assolti gli obblighi di trasparenza con la consegna di prospetti informativi ridondanti che soltanto pochi intrepidi si avventurano a leggere? Le cronache degli ultimi anni ci hanno mostrato le conseguenze di una sempre più avida mercificazione dell'esercizio del credito, a danno di risparmiatori e aziende. E se questo nostro ingenuo esercizio di fantasia dovesse mai tradursi in realtà, probabilmente il nobile impegno proclamato dai Costituenti verrebbe tradito ancora una volta di più. E i risparmiatori pure.

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