(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

martedì 1 agosto 2017

Dell'incomunicabilità

(Seduta del 31/07/2017)

Trascorso ormai l'anno sabbatico che ci fece renitenti all'agone comunale, conviene principiare questa cronaca del ritorno con qualche noterella di costume, che non pare lecito derubricare a frivolo pettegolezzo. Il Regolamento per la disciplina delle adunanze del Consiglio Comunale nella sua versione aggiornata è rintracciabile sul sito istituzionale del Comune a questo link (http://www.comune.cordenons.pn.it/zf/index.php/atti-generali/index/dettaglio-atto/table-atti-generali-public-page/2/atto/1). All'articolo 14 prescrive detto Regolamento che “Le persone che assistono alla seduta nella parte dell'aula riservata al pubblico devono restare in silenzio, essere vestite in modo consono, (...) mantenere un contegno corretto e astenersi da qualunque segno, di approvazione o di disapprovazione (...)”. Si deve ritenere che tanto lodevoli raccomandazioni possano valere a maggior ragione per chi in quel contesto riveste un ruolo istituzionale e va riconosciuto che la generalità dei Consiglieri vestiva in maniera appropriata e manteneva un contegno adeguato all'occasione. Tranne qualcuno che, indotto forse dall'approssimarsi della vacanza estiva o dall'oppressione della calura, pareva più acconciato per un party in piscina che non per discutere l'approvazione del rendiconto di gestione dell'esercizio finanziario 2016. Non si pretende l'uso di tight e cilindro, zimarra o parrucche incipriate, ma sembrano altrettanto evitabili sia l'ostensione di caviglie irsute che ciabattare calzando i crocs (sempre sul sito istituzionale del Comune, a questo link http://www.comune.cordenons.pn.it/c093017/de/attachment.php?serialDocumento=007PBV020167P si trova la trascrizione ufficiale di un recente dibattito sull'opportunità di trasmettere le sedute in diretta streaming: chi volesse dedicarci il tempo necessario alla lettura, vi troverebbe altre ragioni fra quelle che rendono scettici al riguardo molti consiglieri).

Inconciliabili, com'era facile prevedere, le visioni degli opposti schieramenti sui risultati del governo cittadino, con le minoranze intente a stimolare nella propria controparte almeno l'interlocuzione: si avanzano dubbi, si espongono perplessità, si chiedono delucidazioni. Invano. Il tetragono mutismo della Coesa Maggioranza (già monca invero dei primi pezzi, persi per via del savoir faire) è una tradizione che viene rispettata anche in questa legislatura. Di più: la si argomenta. Chiarisce infatti il capogruppo della Lega Nord che i consiglieri di maggioranza non intervengono perché hanno dato fiducia a Sindaco e Assessori. E il capo ha sempre ragione. Dunque... Un tema su cui si sono registrati significativi botta e risposta è la gestione del comparto cultura. E' significativo che, mentre da un lato si esponevano logiche di gestione che si dovrebbero dare per acquisite, insistendo nel tentativo di convincere che spetta al Comune organizzare una regia degli eventi culturali, coordinando l'attività delle numerose associazioni operanti sul territorio e svolgendo un'azione proattiva nella programmazione, anche per ottimizzare l'impiego delle risorse (si pensi soltanto alla necessità di impiegare la polizia urbana per gestire le modifiche temporanee alla viabilità), l'Assessore competente replicava che l'esito delle attività programmate può considerarsi soddisfacente e che l'Amministrazione agevola e supporta le associazioni erogando i contributi sulla base del regolamento in vigore. Il funzionario addetto dispone di un calendario delle manifestazioni e in caso di sovrapposizioni lo fa presente, ma le associazioni sono autonome, talvolta forse prive della necessaria sensibilità, e, alla fine, ognuno fa come gli pare. Ribadisce l'Assessore, a scanso d'equivoci, la propria contrarietà a una regia comunale. Dal confronto cui abbiamo assistito emerge l'avvilente visione dell'Ente locale come puro dispensatore di prebende (chi andasse poi a tirar le somme, scoprirebbe che le elargizioni accordate a vario titolo per iniziative sportive, culturali o ricreative, nel corso di ciascun anno raggiungono le centinaia di migliaia di euro: varrebbe la pena di serbarne memoria ogniqualvolta gli uffici adducono ristrettezze finanziarie per giustificare l'impossibilità di fornire un più incisivo sostegno ai cittadini in difficoltà). Per abdicare al proprio ruolo bisognerebbe prima averne consapevolezza, qui invece ci troviamo di fronte a una patente incomunicabilità pregiudiziale.

Un'altra rimarchevole notizia ha fatto capolino nella lunga discussione. Si tratta di un tema che non riceve adeguato interesse nella quotidiana ordalia che coinvolge migranti, associazioni di volontariato, gerarchie ecclesiastiche, populismi isterici e pubblici amministratori confusi. L'articolo 12, comma 2, del D.L. 22 ottobre 2016, n. 193 prevede, quale misura urgente a favore dei Comuni che accolgono richiedenti protezione internazionale, l'istituzione di un fondo che per il 2016 è stato finanziato con 100 milioni di euro. Nella sostanza, ai Comuni viene riconosciuto l'importo di 500 euro per ciascun migrante presente sul proprio territorio al 24 ottobre 2016 (con le economie ottenute nella prima distribuzione di fondi in realtà si è poi potuto tener conto dell'incremento di presenze registrato al 24 dicembre 2016 e procedere con una seconda erogazione). Nel nostro piccolo tale norma ha comportato per le casse cittadine un introito di 25 mila euro (20 mila iniziali, seguiti da una seconda tranche). Pochi, si dirà, ma in tempi di crisi ogni risorsa aggiuntiva è benvenuta. Se dei 5 mila si conosce la destinazione (sociale, a prevalente vantaggio delle fasce di cittadini più meritevoli di tutela: per il servizio di trasporti socio-sanitari che ANTEAS svolge in convenzione con il Comune e per la ginnastica antalgica), dei primitivi 20 nulla si dice. E assieme alla domanda rivolta dai Consiglieri di opposizione, rimane inevasa anche la nostra curiosità.

1 commento:

  1. Di oltre un milione di euro dell'avanzo di bilancio, solo 5.000 sono stati impiegati nel sociale. Ma non erano "Prima i nostri"? Oppure intendevano "Prima i ca..i nostri"?

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