(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

domenica 13 agosto 2017

L'etica dei Capitani coscienziosi

Ho avuto di recente un dialogo online con un medico locale, accalorato commentatore di ogni sorta di vicenda umana e con recenti ambizioni a ruoli istituzionali, a proposito della “questione migranti” che occupa ormai quotidianamente le cronache del vicino capoluogo. Riferendosi a una mia precedente risposta, sostiene il cerusico ch'io abbia l'abitudine di dare “un colpo al cerchio e un colpo alla botte. Colpevole il governo che non affronta seriamente il problema, colpevole il sindaco Ciriani che vi fa fronte a modo suo” e domanda se saprei suggerire qualcosa di pratico agli amministratori di "destra". Dacché non sono abituato a liquidare temi complessi con qualche battuta, ho provato ad formulare una risposta più argomentata. Invano. Segue il testo della mia risposta.
Citerò Gilberto Govi: quando la nave arriva in porto sana e salva, il merito è del Capitano; ma se durante la navigazione anche soltanto uno dei suoi uomini ha il mal di pancia, la colpa è sempre del Capitano. E siccome l'imprinting militare ormai non me lo scrollo più di dosso, ricorderò anche una conversazione avuta molti anni fa con un generale dell'esercito ormai in pensione: io mi lamentavo perché in ufficio non avevo il personale sufficiente a sbrigare il lavoro che continuava ad aumentare e lui rispose: “Facile portare a termine il compito assegnato avendo a disposizione le risorse necessarie. Così son buoni tutti! Il bravo comandante è quello che riesce a ottenere il meglio impiegando le risorse che ha.” I cittadini si attendono risultati e la responsabilità di governo (a ogni livello) implica responsabilità di risultati, nel bene e nel male. Ora, io non credo proprio di essere in grado di dare suggerimenti al governo centrale su come gestire i flussi migratori, perché mi mancano le informazioni necessarie e la visione d'insieme (come peraltro a tutti i loquaci conversatori che si accapigliano sui social media). Posso limitarmi a constatare i risultati insoddisfacenti dell'azione di governo, presente e passata. Relativamente ai fatti di casa nostra, invece, credo di poter avere qualche elemento in più per giudicare, e mi limito a Cordenons e Pordenone. Dato che mi segue con una certa assiduità, dottore, forse avrà potuto cogliere in quanto scrivo e pubblico quali siano i miei suggerimenti, ma visto che me lo chiede tento di riassumere. Se si va a questo link http://www.comune.cordenons.pn.it/c093017/zf/index.php/atti-amministrativi/delibere/dettaglio/atto/G1WpreUT6UT0-A, si può trovare una delibera del Consiglio Comunale del 16/10/2014 con cui si approvò un ordine del giorno presentato da consiglieri leghisti (anche questo documento si può ancora leggere a quel link) che proclamava l'indisponibilità del nostro Comune a ospitare migranti. All'epoca mi par di ricordare ci fossero una quindicina di profughi pakistani ospitati all'Antica Locanda. Ora ne abbiamo all'incirca una cinquantina (che hanno fruttato alle casse comunali 25 mila euro a gennaio, se non sbaglio), alcuni ospitati presso abitazioni private (ci sono 3 giovani “fuori progetto”, per i quali l'ospite italiano non percepisce i famosi 35 euro giornalieri, che dormono a casa sua da alcuni mesi). Ecco, quando si governa con gli slogan i risultati latitano. Il mio consiglio all'attuale sindaco è di approcciarsi ai problemi con spirito pragmatico, non ideologico. Idem per quanto riguarda Pordenone. Immagini, dottore, se un comandante sul campo di battaglia (tanto per rimanere alle metafore militari), invece di affrontare l'assalto del nemico si attaccasse alla radio per lamentarsi con il comando superiore che ha pochi uomini e vuole la copertura dell'artiglieria e le scarpe sono di cartone e le Breda si inceppano perché fa freddo... I migranti a Pordenone ci sono e non si possono cacciare, a meno che non si pensi a ripristinare l'antica cinta muraria presidiando le porte durante il giorno e mantenendole chiuse la notte (mi rendo conto che a qualcuno l'ipotesi può parere suggestiva, ma credo che possiamo convenire tutti sulla sua irrealizzabilità): per questo l'attuale strategia della giunta naoniana mirante a creare un ambiente inospitale e ostile per far sì che non arrivino altri migranti e, possibilmente, quelli che già ci sono se ne vadano, non mi convince: non mi pare funzionale (ma le mie opinioni a poco contano, è sempre la realtà dei fatti a prevalere, e in questo caso mi pare che mi stia dando ragione). Sottrarre le coperte a chi dorme per strada, mettersi in contrasto con la Rete Solidale e la Croce Rossa sono tutte azioni coerenti con questa strategia e, a mio parere, non soltanto inefficaci, ma invece autolesionistiche. Non produrranno il risultato voluto e anzi acuiranno il problema. Non riesco a comprendere (se non calzando la veste ideologica che anima l'agire della giunta) perché contrastare chi sta dando una mano a togliere le persone dalla strada. Non per una questione di umanità, lo ripeto, ma proprio per quel decoro, per le ragioni di ordine pubblico e sicurezza che si assumono come obiettivo. Ha ragione il sindaco a lamentarsi che le quote fissate dal ministero a Pordenone sono ampiamente superate (come del resto succede negli altri capoluoghi di provincia, per intuibili motivi). Non la usi però come giustificazione. Si rivolga al Prefetto. Non è forse il rappresentante del Governo che porta la responsabilità di gestire un'equa distribuzione fra i comuni? E se il Prefetto latita, colga almeno il sindaco il suggerimento che gli arriva dalle opposizioni, organizzando un tavolo con i suoi colleghi “inadempienti” per ricondurli alla ragione. Questa seconda ipotesi a me pare francamente poco percorribile e ancor meno efficace, per tutta una serie di motivi, ma almeno si darebbe prova di affrontare in maniera pragmatica il problema: la regia è e dev'essere del Prefetto. Nel frattempo, però, fino a quando il problema c'è, si affronta, magari approfittando anche di chi ti dà una mano. A Montereale Valcellina, la giunta (non proprio di sinistra) si fece promotrice di un progetto per impiegare la quindicina di migranti colà ospitati in lavori di utilità pubblica (sfalcio e pulizia delle aree verdi, per esempio). La stessa proposta fu portata in Consiglio Comunale anche a Cordenons (parliamo della precedente legislatura), ma non venne pretestuosamente accolta (vedi l'odg di cui si diceva più sopra...). Alla SMALP mi hanno insegnato a non giustificarmi: i risultati sono la misura oggettiva di quel che si è fatto.

1 commento:

se sei un utente anonimo, ricorda di aggiungere in calce il tuo nome ;-)