Nell'insieme delle disponibilità, figura pure ecclesiam que vocatur Marcadello, che la critica storica identifica concordemente con il santuario di Santa Maria di Strada. Su questo preciso particolare torneremo più tardi, volendo invece ora porre l'attenzione sul toponimo, che è sicuramente un diminutivo di mercato (non fa problemi il passaggio iniziale me- > ma-, con apertura di - e- davanti a - r, che deve essere stato fenomeno piuttosto antico, essendo presente in friulano marcjât "mercato", come in Veneto marcà "mercato"). Dunque la chiesa era stata eretta in corrispondenza di un luogo di ritrovo e scambio di prodotti locali ed esterni all'area, che potrebbe trovare riscontro in uno dei "mercati rurali" altomedievali posti in prossimità di ponti e passaggi sui fiumi, lungo le strade, nei fondovalle, nelle zone di incontro tra montagna e pianura, assai spesso accanto a pievi e cappelle.Gli archivi familiari serbano memorie fotografiche di una cerimonia nuziale celebrata in quel santuario poco meno di cinquant'anni fa, in cui si riconosce un pestifero paggetto in calzoncini corti che già mostrava i segni di un carattere... piuttosto impegnativo, avendo egli giustappunto aspramente litigato con la piccola sua omologa ivi ritratta.
Il lunedì si andava al mercato di piazza Italia col "camion" dello zio Giovanni, un furgone sgangherato che custodiva la mercanzia da esporre sui banchi. Capi d'abbigliamento, maglieria. "Maie e mudande", semplificava la zia con spiccia praticità. Durante il pur breve tragitto a me era consentito di stare nel retro del furgone, adagiato su nitide morbidezze che provvedevo a scompigliare, divertendomi... come un bambino! Sono tornato in piazza forse per la prima volta da quegli anni spensierati e con animo ben diverso. È scenografica la piazza di Maniago, con la sua fontana torreggiante nel mezzo! Il mercato è sempre animato, non mancano venditori orientali e questuanti. Le bancarelle avvolgono la fontana in un abbraccio variopinto i cui spazi sono saturati dal moto perpetuo di uno sciame di formiche consumatrici e ciarliere. Ai tempi degli zii, però, la piazza non era soltanto occasione di commercio, ma luogo di socialità e cordiali battibecchi. "Congiaro" delle scarpe attendeva il lunedì per poter lanciare le sue provocazioni alla zia (ricevendone convenienti risposte) e lo zio poteva ritirarsi in osteria, eletta a cattedra di politica internazionale, economia delle repubbliche socialiste ed egalitarismo applicato a suon di sacramenti.
Nessun commento:
Posta un commento
se sei un utente anonimo, ricorda di aggiungere in calce il tuo nome ;-)