Se non ricordo male fu sempre il mio primo Vicino/Lontano, a Udine, che mi permise di conoscere Anna Maria Mori, intervenuta per presentare il suo libro "Nata in Istria". L'emozionante prova di impegno autobiografico della giornalista inizia presentando l'anziana madre, malata di Alzheimer, che la figlia accudisce. L'autrice fa un lavoro di recupero delle memorie familiari, offrendoci la storia di una delle tante famiglie di esuli istriani che dovettero abbandonare la propria terra, la casa, gli affetti, i morti perfino, a causa del perverso concatenarsi degli eventi storici. Travolta da uno tsunami che la sconvolge, Anna Maria si ritrova a cercare in ogni modo di rinverdire i ricordi dell'anziana genitrice. Lo smarrimento iniziale, la frustrazione di veder cadere nel vuoto ogni tentativo di recupero della sua memoria vengono superati quando si accende l'idea di "rimettere le mani in pasta", rispolverando una ricetta semplice della tradizione. "Dai, mama, fazemo lo strucolo de pomi!". E nel ripetere quei gesti conosciuti, un sapere manuale coltivato dalla consuetudine giovanile e radicato nei meandri più profondi della mente, che riaffiora senza fatica e si replica con sicura perizia, esplode la gioia di scoprire che non tutto è andato perduto.
In questi giorni di quarantena, passati a sorvegliare costantemente la mia vecchina bianca, il televisore è acceso in orari prima per me inaccessibili. Capita così di seguire la programmazione del mattino, nella quale mamma Rai estrae dai suoi archivi pellicole che risalgono alla mia fanciullezza. Zorro, per esempio. Una delle serie della tv dei ragazzi che seguivo appassionatamente nei pomeriggi di alcuni lustri orsono. Riprendo facilmente le fila di un discorso che pare essersi interrotto soltanto ieri con i protagonisti di quelle avventure. Ritrovo i compagni dei giorni più lieti così come li avevo lasciati e pare quasi che il tempo non abbia influito nemmeno su di me. La sorpresa che non mi aspettavo me la riserva mia madre, sul cui viso attento vedo affiorare un sorriso. Riconosce anche lei Bernardo, il servo sordomuto di don Diego De la Vega, il sergente Garcia e gli altri simpatici personaggi che hanno popolato anche una parte ormai lontanadella sua vita. Si intuisce che è gratificata da questo "ritrovamento", allo stesso modo in cui prova soddisfazione nello stirare e ristirare alla perfezione le mie camicie. Non ha perso la sua curiosità, l'istinto di ficcare il naso in tutto ciò che le viene a portata di mano e di "rimettere a posto le cose" così come sa fare lei sola, l'ostinazione di voler conoscere e capire quel che le ruota attorno, senza che qualche risposta evasiva riesca a tacitarne gli interrogativi. Il mistero che avvolge il funzionamento (e i guasti) del pensiero umano a volte può essere indagato anche grazie a un vecchio telefilm. O alla ricetta dello strudel di mele.
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