e le note vengono aggiornate di quando in quando)
domenica 1 ottobre 2017
La ferrovia che ritorna
Con i suoi 74 chilometri di sviluppo, la linea ferroviaria Gemona-Sacile collega fra loro i seguenti centri della nostra regione: Sacile, Budoia, Polcenigo, Aviano, Montereale Valcellina, Maniago, Cavasso Nuovo, Meduno, Travesio, Castelnovo, Pinzano, Forgaria, San Daniele, Majano, Osoppo, Gemona del Friuli. Il bacino territoriale servito è tuttavia ben più ampio. La sua inaugurazione risale agli inizi del secolo scorso. Dal 2012 la circolazione dei treni è sospesa a causa di un incidente. Il prossimo 10 dicembre è prevista la sua riapertura per un regolare servizio di trasporto locale da Sacile a Maniago ed entro l'anno successivo si conta di garantirne il completo ripristino. Rete Ferroviaria Italiana, del Gruppo Ferrovie dello Stato, investirà complessivamente nel progetto 17 milioni di euro e altri finanziamenti regionali permetteranno il restyling di alcune delle stazioni poste lungo la linea. La Legge n. 128 del 9 agosto 2017 ha istituito le "ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di naturale pregio naturalistico o archeologico". La Gemona-Sacile, la Ceva-Ormea (Piemonte) e la Palazzolo-Paratico (Lombardia) sono le uniche Ferrovie Turistiche di rilevanza Nazionale che la legge stabilisce di realizzare nel Norditalia. Che questo progetto rappresenti l'ultimo treno da prendere al volo per il rilancio di una zona in difficoltà come la Pedemontana pordenonese pare evidente. Il ripristino di questa linea ferroviaria da tempo abbandonata non favorirà soltanto la mobilità dei pendolari, posto che venga realizzato un servizio integrato con il trasporto su gomma. Potrebbe anche rappresentare una valida alternativa agli autotreni per lo spostamento delle merci, a servizio delle non poche realtà industriali e artigianali della zona, contribuendo a ridurre l'intasamento delle strade e a contenere l'inquinamento. Se vi sarà il necessario coordinamento, dal punto di vista turistico la Ferrovia Pedemontana potrebbe diventare un volano eccezionale per lo sviluppo di aree marginali ma ricche di attrattive naturali e artistiche, troppo spesso trascurate solo perché misconosciute. Un ruolo fondamentale nel processo che ha portato alla riattivazione di una linea destinata quasi certamente all'oblio lo hanno avuto sindaci e associazioni del territorio, supportati dall'attenzione della stampa locale, che ora non dovranno abbassare la guardia di fronte alle inevitabili obiezioni degli scettici e alla miopia dei pochi detrattori. La Fondazione FS ha dimostrato lungimiranza e acutezza di analisi nel voler premiare l'intraprendenza e l'impegno dei molti attori coinvolti nell'iniziativa. Ora si tratta di mettere a punto i dettagli, coordinare efficacemente le attività, collaborare e sfruttare ogni possibile sinergia, mettendo in moto la creatività di cui i friulani non mancano per cogliere tutte le opportunità di sviluppo che questo progetto ci offre, in una visione lunga e sagace.
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