(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

giovedì 5 ottobre 2017

Medici&Pazienti (molto pazienti...)

Con il mio medico di base, che mi conosce da qualche decennio, si è stabilito un solido rapporto di fiducia e dialogo, tanto da rendermi piuttosto preoccupato per il suo prossimo pensionamento (che grazie alla riforma Fornero, tuttavia, non me ne voglia, dottore, forse verrà posticipato ancora un po'). Però il problema sarà trovarne un altro all'altezza. Tre anni fa, fra Natale e Capodanno, essendo il mio medico curante in ferie, ho avuto necessità di consultare un sostituto. Una notte avevo chiaramente avvertito di non stare bene ed ero consapevole che avrei di lì a poco vomitato. Sono quindi entrato in bagno preparandomi per l'evento. Guardandomi allo specchio capii dal pallore spettrale del viso che la mia non era soltanto un'impressione e persi i sensi. Riavutomi, finalmente vomitai. Siccome non mi accade così spesso di svenire e non potevo escludere di avere battuto il capo nella caduta, passate le feste decisi di rivolgermi al medico e gli raccontai il fatto, chiedendo se fosse opportuno sottopormi precauzionalmente a una TAC di verifica.
- Beh, sa, io non la conosco, avrebbe dovuto chiamare il pronto soccorso, non ho la sua storia clinica, ma quando è successo? [quattro giorni prima, causa festività: al che, dopo aver guardato la data sull'orologio, mi rivolge uno sguardo interlocutorio come a significare: se sei ancora qua...]

È meglio che attenda il rientro del suo medico e vediate assieme. Del resto, quando uno vomita, la perdita di liquidi è normale che possa causare uno svenimento.
Mi sono dovuto trattenere dal saltargli al collo e ho cercato di mantenere la calma.
- Dotto', forse nun ce semo capiti (e questo perché non hai nemmeno ascoltato quel che ti ho raccontato): io sono svenuto PRIMA di vomitare.
Come uno scolaretto distratto ripreso dall'insegnante, il cerusico mostrò attimi d'imbarazzo fugaci, presto superati da un cambio di discorso.
- Che lavoro fa lei? Ahhhh, le banche, non me ne parli! Io ero cliente della Popolare Vicentina...
(Giuro che non ho inventato nulla).

Rientrato dalle ferie il mio medico di base, ottengo finalmente l'agognata TAC, per la quale mi rivolgo a un servizio privato (così non graviamo sulla statistica e sui conti del SSN...). Dalla TAC emerse qualche lieve anomalia ai turbinati e il mio medico mi avviò dall'otorino, in ospedale (stavolta). L'anziano cerusico era affiancato da una giovane promessa del vivaio, in fase di formazione, cosa che lo indusse a mantenere un atteggiamento professorale pure con me...
- Allora, che problemi ha lei?

- Mah, in realtà nessuno. È successo che sono svenuto, abbiamo fatto una TAC, dalla TAC è emerso...

- No, no, lasci perdere (interrompendomi con fare sbrigativo). Lei che cosa si sente?

- Niente

- E allora perché sta qua, scusi?

- Lo chieda al mio medico curante! Se lei mi fa completare il discorso... dalla TAC è emerso quello che ha potuto leggere anche lei (se ha letto...) e questo ha convinto il mio medico a mandarmi qua! Io al naso non ho nessun problema!

- Ah, ok... No, perché, sa, bisogna sempre partire dai sintomi... (in atto di rivolgersi alla graziosa discente che lo affiancava). Ora vediamo.
Dialogo e ascolto...

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