e le note vengono aggiornate di quando in quando)
domenica 19 novembre 2017
Fenomenologia del gentista ruspante
Per quemcunque casum fit interrogatio, per eundem debet fieri responsio. Così ammoniva il grammatico. Nel rispondere a una domanda, in latino bisogna utilizzare lo stesso caso impiegato dall'interrogante. Avvenne allora che un pontefice, a cui maldestramente fu posta una questione usando il caso sbagliato, per sottolineare l'errore riprese lo stesso caso nella sua replica, amplificando così lo strafalcione e svergognando l'incauto somaro. Per estensione, questo precetto può diventare una regola di vita salutare ed efficace, che applico volentieri ai miei interlocutori più recalcitranti nella pratica del fair play. Da quando i social hanno spalancato le loro porte alla gente, anche il più dimenticato arruffapopolo di borgata si sente chiamato ad esternare al mondo i suoi proclami. Cerca incessantemente, il gentista ruspante, compulsando Google, legittimazione ai propri vaneggiamenti, ed essendo il mare della rete vasto quanto il mondo, non fatica a trovare qualche suo pari capace di buttar giù in bella copia i più insensati spoloqui. S'intrufola in ogni discussione, il gentista ruspante, riversando il proprio astio su chiunque gli capiti a tiro, equivocando sovente quel che legge, dato che non si picca punto di comprendere e vuole piuttosto trovare qualche appiglio per menar polemica. E se non trova appigli, poco male. Dato che la logica non gli appartiene, egli esprimerà a prescindere il proprio pensiero, quantunque per nulla pertinente col tema della discussione. Anzi, maestro com'è nel fare ammuina, insisterà nel fare osservazioni strampalate al solo scopo di mettere in evidenza le proprie verità digitali. Non ricevendo attenzione per il proprio vaniloquio, il gentista ruspante vaga ossessivamente di gruppo in gruppo, di profilo in profilo, anelando a un riconoscimento che non trova. Il gentista ruspante si nutre di ambizioni politiche, piccole piccole, pur mancando di soluzioni concrete e praticabili, dato che prima di conoscere la realtà dei fatti egli preferisce interpretarla alla luce delle proprie convinzioni, spesso ammalorate da ignoranza (poiché non sa) e pregiudizio (poiché non sa aprirsi al confronto). Pur potendo contare su un'istruzione superiore, talvolta perfino su una docenza universitaria, il gentista ruspante gode, nel senso più lascivo, soltanto quando può essere scurrile, tanto nel linguaggio, quanto negli argomenti. Più sono turpi gli accostamenti, più dilagante la volgarità del proprio pensiero fatto rigurgito di cloaca, maggiore sarà l'estasi prodotta dal suo coito virtuale. Il gentista ruspante si avventura talvolta, per imitazione, nell'esercizio dell'ironia, ma essendo egli oppresso da ansie, frustrazioni e preconcetti, ottiene sovente di figurar soltanto come guitto da baraccone, misero buffone inconsapevole, a malapena buono a suscitare sghignazzi e rutti fra i suoi consimili. Non trascura nemmeno il campo dell'innovazione linguistica (malgrado siano altre le zolle che meriterebbero la sua attenzione) coniando neologismi oltraggiosi di cui si compiace. Dispensa consigli non richiesti e improbabili reprimende. Il gentista ruspante avvelena anche te. Digli di smettere.
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Geniale!
RispondiEliminaah, ma non ho mica inventato niente, eh. Tutto frutto di mera osservazione. Pura cronaca, purtroppo.
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