"Colpito in fronte da nemica palla", di Bruno Gambarotta, è uno dei titoli della collana Millelire che conservo con malcelato orgoglio nella mia piccola collezione. Nelle sue pagine il popolare giornalista e scrittore trascrive una serie di curiosi epitaffi, uno più divertente e singolare dell'altro, raccolti nel suo vagabondare per cimiteri. Mi sono lasciato tentare anch'io da questo macabro girovagare salendo a Claut, là dove sono le mie radici. Nel bel camposanto affacciato sui boschi si trovano ormai molti dei miei familiari e una cerchia di amici che hanno accompagnato fin qui con la loro presenza le diverse fasi della mia vita. La cerchia dei monti cinge, materna, le loro urne e d'inverno la neve che le ricopre aggiunge una nota suggestiva al paesaggio. Col passare degli anni lo spazio destinato a custodire la memoria degli avi si è esteso, aggiungendo marmoree appendici all'originario quadrilatero per far fronte alla costante richiesta. Ho così ritrovato fra quelle croci, in un lento peregrinare, quasi solenne, i sorrisi, le strette di mano vigorose, i fragorosi sghignazzi, i buffetti, l'allegria delle battute scherzose, gl'interminabili racconti, più avvincenti di un film d'avventura, le chiacchiere spensierate, le carezze, gl'insegnamenti, i saggi consigli, le domande indagatrici e l'ascolto attento, i saluti, gli abbracci, le lacrime, i groppi in gola e le risate. Un mondo, insomma, una vita, un mondo di vite racchiuse in quel perimetro rischiarato dal caldo sole autunnale.
Lungo la via del rientro si sosta a bordo lago per il pranzo. Barcis ha beneficiato nel tempo di un significativo sviluppo turistico, merito di un'accorta gestione e di amministratori capaci e lungimiranti. Forse negli ultimi anni ci si è fatti prendere la mano, perché le tracce di autenticità del borgo lacustre paiono soccombere di fronte alle necessità commerciali. Nel pretenzioso locale che pur ci sfamerà fra i commensali una coppia di Vigevano a spasso col camper. Lavorano nel turismo e si dicono molto favorevolmente impressionati dal loro soggiorno friulano per la buona accoglienza ricevuta, per la diffusione e qualità delle piazzole di sosta, per il rapporto qualità/prezzo dei servizi. Mi stupisco ed esprimo loro la mia perplessità sull'accoglienza, anche tenendo conto delle circostanze che ci hanno fatto incontrare, ma prendo atto della loro soddisfazione e me ne compiaccio. Non manco di dare loro qualche suggerimento per il prosieguo della loro visita, convincendoli a prolungare il soggiorno, anziché proseguire in direzione del Conero, com'era nelle loro intenzioni. San Daniele, Cividale, ma soprattutto Aquileia, non possono mancare nel loro carnet, sostengo. Si parla della vecchia centrale di Malnisio, che però non credo sia visitabile in giorno feriale, con le turbine lombarde e la data di nascita di un anno anteriore rispetto all'impianto che mi informano essere ancora in esercizio dalle loro parti. E della vecchia strada della Valcellina, anch'essa ormai non percorribile per fine stagione. Dovranno rinunciare allo spettacolo offerto dalla natura, agli strapiombi, al colore verde smeraldo dell'acqua e al silenzio incantato di una passeggiata fuori dal tempo. Ma, concordiamo, questo sarà soltanto uno dei motivi che li ricondurranno da queste parti.
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