e le note vengono aggiornate di quando in quando)
sabato 2 dicembre 2017
Il presepe di Nello
Quando i paesi di provincia non erano ancora città, i centri commerciali non esistevano e anche i supermercati non erano poi così diffusi. Stiamo parlando degli anni Settanta del secolo scorso, ma, a ben vedere, non è che sia passato poi molto tempo. Così come nel far West dei fumetti, esistevano allora in ogni paese dei "drugstore", piccoli bazar dall'assortimento certo limitato, ma in grado di soddisfare ad ampio spettro le esigenze dei consumatori dell'epoca. Noi si andava da Nello. Siccome la rete di distribuzione del gas metano non era ancora così capillare come ai nostri giorni, in casa ci si scaldava con una cucina economica a legna e una stufa a cherosene in grado di offrire il suo tepore all'intera abitazione. Nello provvedeva periodicamente col suo Apecar a rifornirci del combustibile necessario, consegnato in taniche da custodirsi con tutte le cautele. Ma nel suo minimarket familiare, dove regnava la moglie, Augusta, acquistammo pure un servizio di piatti che ancora oggi accompagna i nostri pranzi, malgrado le stoviglie più utilizzate risultino sbiadite a causa di infiniti risciacqui. A me fu regalato un Forte Apache con tanto di soldatini e cavalli e selvaggi pellerossa. Una sezione del negozio era riservata (e lo è tutt'ora) al giardinaggio: piante, sementi e attrezzature. Da Nello si potevano acquistare i pili, le biglie di vetro con cui organizzare scatenati tornei, ma anche quelle di porcellana che, invece, erano più oggetti per collezionisti, roba pregiata. Io ci trovavo anche le scatoline di soldatini Atlantic, quelli in scala H0. Minuscoli, ma la comfezione veniva 150 lire e con poca spesa si potevano allestire armate degne di un feldmaresciallo. Un bel giorno di circa quaranta anni fa mia madre venne a casa con uno scatolone che racchiudeva una sorpresa per me. Una serie di statuine in cartapesta per il presepe alte 30 cm ciascuna che parevano delle raffinate sculture. Le aveva pagate un po' alla volta (il loro costo non doveva essere irrisorio), chiedendo a Nello di tenergliele da parte finché non avesse completato il set. Sacra famiglia guarnita di bue, asinello e cherubino annunziante; due pastori e i tre re Magi, per un totale di 11 pezzi. Forte di questa dotazione organica potei allora allestire un presepe di circa 6 mq che rimarrà un unicum e al quale lavorai fin dalle vacanze estive precedenti. Alle statuette extra large furono associate quelle più piccine; creai una fontanella con acqua corrente, appesi luci colorate e accompagnai la sacra rappresentazione con una colonna sonora autoprodotta. La complicità del giovane elettricista di fiducia fu essenziale per ottenere l'effetto delle statuine semoventi in grotta illuminata. Applicammo un riduttore di velocità a un motore per lavatrice (onde evitare che i pastorelli decollassero...) che, per mezzo di una cinghia di trasmissione, azionava una ruota di bicicletta posta orizzontalmente sulla quale vennero fissate alcune statuine. Tanto per i fondali che per mascherare l'imponente "sottopalco" fu fatto ampio uso di sacchi neri della spazzatura. Don Franco rimase sinceramente ammirato quando venne a valutare quel po' po' di teatrino animato. Negli anni a seguire le ambizioni scenografiche progressivamente declinarono, ma i colorati personaggi in cartapesta sono ancora conservati con ogni cura e anche oggi tornano a far capolino su un davanzale per allietare le feste a grandi e piccini.
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