Ieri sera Rai2 ha ricordato con una trasmissione amarcord i trent'anni di Indietro Tutta!, uno dei prodotti televisivi meglio riusciti di Renzo Arbore. Nel 1987 io svolgevo il mio servizio militare a Tolmezzo, Battaglione Alpini d'Arresto Val Tagliamento (ormai disciolto da un po' causa venir meno della guerra fredda e anche perché ormai gli apprestamenti difensivi terrestri vengono giudicati poco efficaci, dato che si sta un attimo a elitrasportare un'intera divisione corazzata oltre confine, bypassando qualsiasi sbarramento, figurarsi le opere fortificate). In quel periodo (prima del mio arruolamento, ma, occasionalmente, anche durante) prestavo i miei servigi musicali in una sgangherata mini-orchestra due-camere-e-cucina (l'organico era ridotto all'osso: due, massimo tre elementi, salvo eventi eccezionali come il capodanno in cui si potevano rimpolpare le fila, ma senza esagerare, perché il compenso andava suddiviso). L'estate dei miei vent'anni fu assolutamente epica, memorabile e irripetibile per tutta una serie di ragioni, fra cui la serie di serate musicali che animammo assieme a Sergio fra mari e monti. Durante la naia, superato lo shock della Scuola di Aosta e arrivato al reparto, una volta che mi fui ambientato riemerse prepotente l'entusiasmo per la recente esperienza artistica. Facendomi ispirare dalla fortunata trasmissione televisiva di Arbore Frassica, abbozzai il testo di una sigla per la nostra bizzarra formazione (nella doppia versione, di testa e di coda, da eseguire in apertura delle danze e a chiusura serata). Il tema musicale è il ritornello de “Sì, la vita è tutta un quiz”; io mi limitai a rielaborare il testo, lasciando delle pause per il parlato (che a Sergio piaceva riempire a modo suo, a braccio, per ringraziare eventuali ospiti meritevoli di menzione, ricordare gli appuntamenti successivi, fare annunci di servizio). Il testo è una parodia che, riletta oggi, rivela dei tratti di fresca e commovente ingenuità. Si compone di 4 strofe, di cui la prima della sigla di chiusura risulta monca di due versi, che lasciai alla sagace inventiva di Sergio. Nei miei appunti storici il testo riporta la data del 20/12/1987 ed è quindi prossimo a compiere anch'esso la sua trentina. La trasmissione di ieri sera ha fatto riaffiorare ricordi personali saldamente sedimentati, con un retrogusto nostalgico per i bei tempi andati, che magari non erano poi così belli per davvero, ma il fuoco sacro dei vent'anni arde una sola volta ed è capace di illuminare il mondo conferendogli un'aura di magia che presto si dissolve.
Tutto il giorno a lavorar
Sigla di apertura
sempre di corsa, senza mai sosta,
con il capo che controlla,
sembra che lo faccia apposta.
Ma stasera proprio no,
lo straordinario io non lo faccio!
Perché stasera io voglio suonare
e divertir chi sa ballare.
L'automobile non va,
non vuol saperne di camminare:
sono troppi gli strumenti
che dobbiamo caricare.
Finalmente ce la fa,
s'avvia il motore, “Metti la prima!”
C'è tanta gente che aspetta i Gitani:
son tutti amici di Giovanni.
(parlato)
Sì, l'orchestra è tutta qui!
Col batterista che balla in pista.
E non ce ne importa niente
se ci manca il violinista.
Tanta musica per voi
con simpatia, in allegria.
Perché i Gitani per far le canzoni
non vogliono mica i milioni!
(sola orchestra)
Ora andiamo a incominciar,
sarete stufi di aspettare.
E allora noi vi faremo sudare:
tutta la notte qui, a ballare.
Maledetto lunedì,
Sigla di chiusura
suona la sveglia, e non ho voglia,
ma se faccio ancora tardi
lì mi tirano i petardi.
...
...
L'automobile non va,
non vuol saperne di camminare:
sono troppi gli strumenti
che dobbiamo caricare.
Finalmente ce la fa,
s'avvia il motore, “Metti la prima!”
A casa sì c'è chi aspetta i Gitani:
la moglie con il battipanni.
(parlato)
Sì, l'orchestra se ne va,
vi salutiamo, vi ringraziamo.
Se vi siete divertiti
un altr'anno ritorniamo.
Le valigie porta qua,
le riempiremo coi nostri arnesi.
E andremo a casa cantando felici
di aver trovato tanti amici.
(sola orchestra)
Buona notte a tutti voi!
Sarete stufi di saltellare
e allora noi vi farem riposare
e smetteremo di suonare.
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