La logica delle amicizie, utili a sveltire l'evasione di una pratica o favorire l'accoglimento di una richiesta, non mi è mai piaciuta. Rimango convinto che sia necessario avere regole certe e trasparenti uguali per tutti, anche per chi risulta orfano di amicizie. Esperienze recenti, tuttavia, mi dimostrano come nella realtà di ogni giorno le cose vadano diversamente, perfino quando si ha a che fare con le richieste più banali, prive di alcun tornaconto.
ATTO PRIMO
Gianni ha cambiato casa nel 2001. Si è trasferito da un comune a un altro della provincia di Pordenone e ha diligentemente variato la propria residenza. Ogni volta che si reca in ospedale, però, Gianni non può fare a meno di notare che i documenti emessi dagli uffici del nosocomio cittadino riportano ancora il suo vecchio indirizzo e ripetutamente lo fa notare ai diversi impiegati che trova allo sportello. L'indirizzo associato alla sua tessera sanitaria è corretto, quindi Gianni immagina che vi siano diversi archivi anagrafici a cui attingono le procedure sanitarie (e già questo è un errore perché costringe a moltiplicare le variazioni per quanti sono gli archivi che ospitano i suoi dati, con il rischio evidente che qualche aggiornamento salti). Qualche impiegato prende nota, qualche altro assicura una pronta sistemazione. Non manca chi si mostra smarrito e impotente. Poi Gianni si ricorda che ha un amico che lavora in ospedale e, provocatoriamente, gli sottopone l'irrisolvibile problema. Aspetta, ora controllo, risponde via WhatsApp l'amico di Gianni. Ok, vuoi che lo modifico? Certo! risponde rincuorato il nostro.
ATTO SECONDO
Gianni ha aiutato un paio di ragazzi pachistani richiedenti asilo a trovare lavoro presso aziende della zona. Impiego modesto, piccola paga, ma a loro basta e li aiuta a vivere dignitosamente. Per facilitare i loro datori di lavoro (ma anche per ragioni di praticità e sicurezza) i due ragazzi vorrebbero aprire un conto corrente su cui fare accreditare lo stipendio. Provano a sentire alcuni sportelli bancari in città, ma pare ci sia un problema tecnico che impedisce il loro censimento anagrafico. Ai richiedenti asilo viene assegnato un codice fiscale provvisorio che è formato da 11 cifre per consentire la loro iscrizione al servizio sanitario e la gestione dei rapporti con l'INPS (versamento dei contributi previdenziali, in caso di assunzione). Le banche, però, paiono non essere attrezzate per gestire questa particolarità, dato che le loro procedure riconoscono unicamente il codice fiscale alfanumerico su 14 campi normalmente attribuito alle persone fisiche. Gianni allora si ricorda di avere un amico che lavora in banca e gli sottopone il problema. Quel codice fiscale numerico, ancorché provvisorio, è pur sempre in grado di identificare in maniera univoca il titolare, pensa fra sè l'amico di Gianni, ed è comunque rilasciato dall'amministrazione fiscale dello Stato. Quindi il problema dev'essere esclusivamente procedurale. Infatti, la soluzione si trova rapidamente. L'esercizio del credito, tuttavia, come ben sa l'amico di Gianni, non è scienza esatta e si basa piuttosto in larga misura su valutazioni soggettive e discrezionali. Superato il problema tecnico, rimane quindi l'ostacolo umano. Ma è sufficiente trovare l'interlocutore giusto e anche questa difficoltà è superata.
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