(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

lunedì 30 luglio 2018

Soi lât su par che scjalute

Inizia così una canzonaccia da osteria col testo in friulano, buona per rallegrare gli amici che fanno festa. La ascoltai per la prima volta a un veglione di capodanno a Sedrano quando avevo 17 anni. Il bar-trattoria “Stella” si trovava allora in paese, in un vecchio edificio che dava sulla strada stretta e serpeggiante. Nessuna possibilità di parcheggio e quando uscivi era meglio fare attenzione alle auto in transito. Soi lât su par che scjalute/ma 'l barcon 'l ere siarât/jò j ai dit mandi ninine/e 'l barcon si è spalancjât. Ci misi poco a impararla, includendola negli intermezzi corali che avrebbero accompagnato le successive innumerevoli “zingarate” con Sergio e i Gitani. Nel 1983 frequentavo il quarto anno della ragioneria, ma avevo già accumulato il repertorio di due fisorchestre e alcuni anni di esperienza sul palcoscenico: ero dunque pronto ad affrontare l'impegno di un veglione di capodanno.