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e le note vengono aggiornate di quando in quando)

giovedì 25 ottobre 2018

Volendo, si può

Quando i burocrati accettano di mettersi al servizio dell’utenza, chi come me ha da sempre avuto con gli uffici pubblici un rapporto che va dal complicato al conflittuale rischia di essere destabilizzato. Qualche giorno fa ho avuto la malsana idea di concentrare in una sola mattinata gli appuntamenti in due diversi uffici pubblici presso i quali volevo tentare di sistemare delle questioni rimaste in sospeso. Prima in Regione, per attivare la mia Carta Regionale dei Servizi (la tessera sanitaria). Una prima attivazione già l’avevo fatta nel 2012. I miei computer casalinghi hanno abbandonato da alcuni anni Windows e io ho sopportato con tenace rassegnazione la conseguenza di sentirmi parte di un’enclave. Insiel all’epoca aveva pasticciato con i driver necessari a Ubuntu per far funzionare il lettore di tessere fornito gratuitamente dalla Regione e necessario per utilizzare la CRS, tanto che il dispositivo non funzionava, così a un certo punto ho desistito. Trascorso un certo lasso di tempo, mi pareva ragionevole ritentare la sorte e questa volta, almeno dal punto di vista tecnico, pare che le cose funzionino. L’attivazione originaria, però, era ormai scaduta assieme alla tessera, così si è reso necessario un passaggio allo sportello per la fase di “enrollment”. Visto che ci sono, ho pensato, quasi quasi faccio attivare anche la tessera di mia madre, di cui sono amministratore di sostegno. Se per la mia CRS immaginavo che l’operazione si concludesse senza intoppi, per quella dell’anziana genitrice già mi prefiguravo scenari da lasciapassare A38, tanto che mi sono premunito portandomi al seguito l’originale del decreto con cui sono stato nominato amministratore di sostegno, la sua tessera sanitaria e un suo documento di identità. La prima sorpresa della giornata mi fa trovare un’impiegata cortese e disponibile che senza batter ciglio (senza opporre obiezioni e rinunciando perfino a verificare il decreto del tribunale, considerato che ben difficilmente qualcuno potrebbe millantare, in quelle circostanze, la qualifica che avevo dichiarato) conclude velocemente entrambe le operazioni.

Vabbè, mi sono detto, con la Regione è acqua fresca. Vedrai che all’Agenzia delle Entrate un percorso A38 style non te lo leva nessuno. Per l’ultima variazione catastale che ha riguardato casa mia il “professionista” che avevo incautamente incaricato alla bisogna indicò per l’immobile un numero civico sbagliato. Accortomi dell’errore, provo a rimediare online: tentativo respinto; proporre istanza allo sportello. E qui raggiungiamo l’apice della meraviglia. Dopo un’attesa del tutto accettabile, vengo accolto da un attempato travet di chiare origini partenopee, che inizia senza indugio un tiro alla fune con il sistema informatico, determinato (per asserite ragioni di sicurezza) a disconnetterlo ripetutamente. Ma il canuto sportellista non demorde. Avuta ragione sulla tecnologia, bypassa con grande pragmatismo qualche altra inutile lungaggine procedurale (mi dice che, stando alle regole, avrebbe dovuto presentare la mia richiesta al capo ufficio, il quale gliela avrebbe successivamente assegnata per la lavorazione: lui si limita a invertire la sequenza temporale) e, pur senza omettere ogni possibile verifica, mi congeda velocemente consegnandomi una visura catastale aggiornata. Nessuna marca da bollo, niente diritti da pagare, nessuna “istanza da presentare su apposito modello” (in effetti, sì, un pezzo di carta che fungesse da richiesta di variazione me l’ha fatto firmare, impegnandosi lui a completarlo in seguito), rapidità, efficienza, buonsenso.

Questi due episodi dimostrano una volta di più che, anche negli uffici pubblici, la differenza la fanno sempre le persone, quando queste sono orientate a risolvere i problemi e non soltanto a rispettare pedissequamente e in maniera acritica le innumerevoli regole che ogni giorno ingessano l’attività degli uffici, provocando disagi e disservizi a cittadini e imprese. Volendo, anche nell’Amministrazione pubblica si può.

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