(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

mercoledì 7 novembre 2018

1899

Regnando S.M. Umberto primo per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia. L’anno 1899 ed addì 11 settembre nel Comune di Maniago e nella casa che serve ad uso di R. Pretura. Davanti a me Dr. Giuseppe Mazzoleni Notaio residente in Maniago ed iscritto presso il Consiglio notarile dei Distretti tiuniti di Udine, Pordenone e Tolmezzo ed in presenza dell’Ill.o Sig. Avv. Dr. Ferruccio Malipiero R. Pretore del Mandamento, debitamente richiesto e dei Signori Bressan Beniamino fu Pietro, Cancelliere, nato a Camposampiero qui domiciliato (...)

Così inizia il testo di un atto notarile vergato a mano con calligrafia ormai dimenticata che ho trovato a casa. La mania archivistica dev’essere proprio un vizio di famiglia. Stavo cercando il materiale della successione di mio padre e mi sono imbattuto in una serie di vecchi atti di successione/divisione/testamento che non ricordavo più di avere conservato. A dire il vero, prima di me ci aveva pensato mio padre, che a sua volta li aveva di certo recuperati dalla casa paterna e custoditi con cura, come prima di lui avevan fatto i miei avi. Ho scorso velocemente queste vecchie carte senza particolare interesse, fino a che sono arrivato alle prime righe di questo documento e ho letto: Regnando S.M. Umberto primo. Mi pareva inverosimile aver tenuto fra tante altre scartoffie ormai davvero di poco conto queste memorie storiche familiari, ma evidentemente all’atto dell’archiviazione mi era mancata la sensibilità necessaria ad attribuire loro il giusto valore. Il documento è un “deposito di testamento olografo”. Tale Romagnoli Quirino risulta avere fatto istanza per depositare presso il notaio una carta nella quale il richiedente suppone contenersi il testamento del Sig. Barzan Osvaldo fu Domenico, mancato ai vivi nel Comune di Claut il giorno 15 agosto 1899. Il mio bisavolo era quindi morto a ferragosto, nell’unico periodo in cui davvero il paese si anima per la festa di S. Rocco. Almeno questo accade ai nostri giorni, ma spero che così fosse anche in epoca umbertina: la prima strada che collegava la valle a Montereale fu realizzata nel 1905, quindi a quel tempo non è che i clautani avessero grandi possibilità di comunicazione con il resto del mondo. Che poi si tratti davvero di un mio bisavolo al momento non lo posso dire. Anche se le evidenze depongono tutte a favore di questa che per me rimane ancora un’ipotesi. Nelle genealogie familiari che ho sotto mano i figli di questo Osvaldo fu Domenico non sono citati. Posso soltanto supporre che uno di essi sia il padre di Napoleone, nonno di mio padre, a cui debbo il mio secondo nome. Parecchio tempo fa ricevetti dalla California la lettera di uno studente di Berkeley, Robert Barzan, che aveva svolto delle ricerche sui suoi antenati e mi chiedeva aiuto per completare una genealogia che lui era riuscito a risalire fino al 1600. La lettera è priva di data, ma, complici facebook, google e una felice intuizione, nel 2016 riuscii a rintracciare Bob e concludemmo che mi aveva scritto nel 1986. Nemmeno col suo aiuto riesco però a incasellare Osvaldo nella ragnatela de’ miei maggiori: dovrò quindi approfondire la questione iniziando finalmente quelle ricerche da troppo tempo rimandate. Non c’è niente da fare, gli antichi manoscritti si portano sempre addosso un alone di mistero e quando vengono ritrovati suscitano innumerevoli dubbi e interrogativi. Le carte, lungi dall’essere inanimate, vivono e commuovono, basta prenderle per il giusto verso.

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