e le note vengono aggiornate di quando in quando)
venerdì 11 ottobre 2019
La signora Shirley e il Valzer delle candele
Ho mosso i miei primi passi musicali da bambino grazie al “Metodo per fisarmonica” di Luigi Lanàro, una smilza raccolta di esercizi per principianti e semplici trascrizioni di motivi più o meno noti. Fra questi vi è anche una “Celebre aria scozzese” (da cui, si aggiunge, è stato tratto il Valzer delle candele). Il testo di studio dalla copertina blu riposa ancora su uno degli scaffali di casa mia, con le annotazioni dei maestri del tempo e i bordi delle pagine ormai bruniti. Per indicare le dimensioni di una fisarmonica si usa riferirsi al numero di bassi, i pulsanti che si trovano sul lato sinistro dello strumento. La “taglia” standard è 120 bassi, ma ce ne sono anche di più piccole. A quell’epoca la mia ne aveva 32, manifattura Borgna di Casarsa della Delizia.
mercoledì 10 aprile 2019
I libri di scuola
Oggi mio padre avrebbe compiuto 89 anni. Su una mensola in cucina tengo un anonimo barattolo ricolmo di calami e matite, penne a sfera più spesso utili a tracciare solchi profondi sulla carta, che non a prendere appunti. Come per quasi tutti gli oggetti che affollano casa mia, anche quel barattolo decorato con grandi fiori colorati (forse anemoni) ha la sua storia. Me lo portò a casa mio padre, rincasando dopo una giornata di lavoro, come regalo di compleanno. Immagino lo abbia acquistato durante una delle sue veloci soste in autogrill per rifocillarsi e chiamare casa nel vano tentativo di placare l’ansia di mia madre fornendole qualche aggiornamento sui suoi spostamenti e sull’orario previsto per il rientro, spesso disatteso. Malgrado la frenesia e gli impegni delle sue giornate, voleva così dimostrarmi che non se n’era dimenticato, intuendo forse prima di me una passione per la scrittura che sarebbe cresciuta negli anni a seguire. Io ricambiai molti anni più tardi con una pipa in radica, acquistata nella bottega di un artigiano di Ravenna.
domenica 24 febbraio 2019
La lezione di musica
Quando eravamo ragazzi si andava alla scuola di musica. Nell’oratorio dei Frati una volta a settimana (mi pare fosse di mercoledì) alcune stanze erano occupate da giovani promesse intente a coltivar le loro doti concertistiche, mentre altri nel frattempo s’interrogava sulla reale consistenza di quelle embrionali aspirazioni… Fin dai 9 anni venni iscritto a quei corsi. Teoria e solfeggio prima, per passare poi allo strumento. Dopo due o tre anni di studio, non so più per quale ragione, mia madre decise che era meglio cambiare. Anche il figlio di alcuni nostri vicini suonava la fisarmonica e prendeva lezioni a domicilio da un maestro che arrivava da Montereale Valcellina, il martedì pomeriggio. A seguito di fitte consultazioni fra le rispettive genitrici, a casa mia si decise per il cambio.
martedì 19 febbraio 2019
Venezia, la luna e tu (3)
Mi son quel gondolier
che in gondola ve ninola
el remo in forcola sivola
con un gran s'cioco de basi
La passeggiata serale lungo la solitaria Fondamenta della Misericordia è diventata un'abitudine piacevole e rilassante, tanto più dopo che ho eletto El Mariner mio ristoratore di fiducia. Percorrere calli semi deserte avvolti dalla penombra fischiettando "Signorinella pallida, dolce dirimpettaia del quinto piano", come mi veniva spontaneo fare in questi giorni, poteva sembrare un affronto ai barcaioli in transito. Stasera mi è tornato in mente questo ritornello da veneziano doc e mi sento più a mio agio. Note de luna, note piena de stele. Vago in cavana e vogo, e vogio cantar. Così recita la strofa che mi riporta all'estate dei miei vent'anni, alle serate post concerto in pizzeria, alla colonia marina di Belluno (a Caorle) e ai cori a doppia voce.
che in gondola ve ninola
el remo in forcola sivola
con un gran s'cioco de basi
La passeggiata serale lungo la solitaria Fondamenta della Misericordia è diventata un'abitudine piacevole e rilassante, tanto più dopo che ho eletto El Mariner mio ristoratore di fiducia. Percorrere calli semi deserte avvolti dalla penombra fischiettando "Signorinella pallida, dolce dirimpettaia del quinto piano", come mi veniva spontaneo fare in questi giorni, poteva sembrare un affronto ai barcaioli in transito. Stasera mi è tornato in mente questo ritornello da veneziano doc e mi sento più a mio agio. Note de luna, note piena de stele. Vago in cavana e vogo, e vogio cantar. Così recita la strofa che mi riporta all'estate dei miei vent'anni, alle serate post concerto in pizzeria, alla colonia marina di Belluno (a Caorle) e ai cori a doppia voce.
lunedì 18 febbraio 2019
Venezia, la luna e tu (2)
La giornata inizia con il dovuto pellegrinaggio al Ghetto, avendo conferma che Cannaregio è un sestiere estraneo alle torme vocianti di ragazzini in gita scolastica, dove il passeggio ha un respiro più ampio. E si scopre una versione inedita della città. Il portalettere intento alla consegna della posta mi conferma quanto già avevo nel frattempo intuito: la numerazione dei civici è progressiva, per sestiere. "Ma ci sono dei salti", precisa, "Non è così semplice". Gli auguro buon lavoro e mi avvio al museo ebraico. Nel Campo del Ghetto Nuovo c'è una postazione permanente di polizia, un elegante gazebo dove stazionano aitanti finanzieri, segno che l'area necessita di sorveglianza continua. All'ingresso del museo si viene perquisiti con metal detector, bagagli compresi, come al Jewish Museum di Londra. Si organizzano visite guidate alle sinagoghe e al mio gruppo, molto intimo (siamo in cinque) tocca in sorte un'accompagnatrice logorroica, di quelle che pur di non lasciarsi interrompere infarciscono il discorso di mille inutili divagazioni. Anche lei conferma che sull'origine della Giudecca i pareri non sono concordi.
domenica 17 febbraio 2019
Quelle battaglie non furono inutili
Fra qualche giorno riprenderò il lavoro, dopo quasi 18 mesi di assenza. Poco meno di un anno e mezzo durante il quale, da figlio unico (e single), mi sono dovuto occupare da solo di una madre novantenne alle prese con gli acciacchi invalidanti dell’età. Sono un privilegiato. Ho iniziato a lavorare in un’epoca assai diversa dai tempi che viviamo e per questo ho un contratto a tempo indeterminato. Lavoro in un’azienda strutturata e solida, che può permettersi di rinunciare per un periodo così lungo anche a più collaboratori che siano costretti ad assentarsi per i medesimi gravi motivi. Ho usufruito di ferie, permessi, aspettative retribuite e non retribuite, retaggio di un sistema di welfare che si sta progressivamente sgretolando.
sabato 16 febbraio 2019
Venezia, la luna e tu (1)
Całe de ła bissa, seguito da un numero a quattro cifre che par di essere a Manhattan. Questo è l'indirizzo del mio precario ricovero lagunare (la "elle" dei veneziani in questo caso vale come una "e": anche gondoła si pronuncia "gondoea"). Mi sono sempre domandato come facciano i postini a raccapezzarsi con i numeri civici delle case di Venezia, ma, soprattutto, quale sia il criterio che sovrintende la loro assegnazione. Proverò a chiedere al prossimo portalettere che incontro. La città è a un'ora di treno da casa, troppo facilmente raggiungibile per evitare la tentazione del pendolarismo. Meta obbligata delle prime gite scolastiche, nel corso degli anni a seguire diventa la destinazione di fugaci visite giornaliere. Qui venni per il carnevale, opportunamente acconciato, mentre frequentavo le superiori; e poi per visite guidate all'Arsenale, all'Accademia di belle arti, alle sinagoghe del Ghetto; viaggi individuali per vedere la Scuola grande di San Rocco, le Gallerie dell'Accademia, il Peggy Guggenheim, una fantastica mostra sull'Etiopia ospitata a Ca' Foscari;
giovedì 10 gennaio 2019
I regali alle banche
Quando una banca in condizioni di difficoltà viene acquisita da un istituto più solido, da qualche anno a questa parte la vulgata comune definisce l’operazione “un regalo fatto alle banche private”. Si tratta di una visione distorta, che si forma generalmente perché si dispone di informazioni sommarie, incomplete e senz’altro insufficienti, una visione spesso colpevolmente viziata dai peggiori effetti del populismo che sta imperversando in questi tempi confusi. La storia dei dissesti bancari non è certo recente. Un esempio datato ma significativo è il cosiddetto scandalo della Banca Romana, che fu uno degli istituti ancora autorizzati a battere moneta anche dopo la fondazione del Regno, successivamente fuso con altri per costituire nel 1893 la Banca d’Italia.
Così come la scritta “La legge è uguale per tutti” compare in ogni aula di tribunale, questa frase, scolpita nel marmo, dovrebbe essere esposta nell’ufficio di ogni direttore di filiale.Quando si concede un prestito non si vende un prodotto ma si acquista un rischio
martedì 8 gennaio 2019
La gita sul lago
“L’era dell’industria tessile è definitivamente conclusa”. Così titolava il Sankt Galler Blatt del 15/9/2017 (edizione online) nell’annunciare la chiusura dell’ultimo stabilimento tessile di Lichtesteig, in Svizzera. La Fein-Elast Grabher AG contava nel 2012 ancora 22 lavoratori nel sito di Lichtesteig, rilevato giusto vent’anni prima dalla torcitura Niederer & Co. Il 21/11/1958 la Niederer & Co. rilascia una lettera di referenze alla giovane fräulein Ermenegilda Martini, che nei due anni precedenti aveva lavorato presso di loro, confermando la propria soddisfazione per i servizi resi dalla stessa. Sapevo del periodo svizzero di mia madre, che ne riferiva ricordando come gli emigranti italiani non fossero all’epoca molto ben considerati in Elvezia, ma non avevo mai indugiato nell’approfondire chiedendone i dettagli. Ritrovare fra le sue carte quella lettera di referenze e altri pochi documenti ha riacceso in me l’interesse a recuperare l’ennesimo frammento di memorie familiari.
giovedì 3 gennaio 2019
Lo S.Ten, il bellimbusto e il Colonnello
Durante i 10 mesi del mio servizio militare a Tolmezzo gli italiani furono chiamati alle urne due volte. E in entrambi i casi io vinsi una partecipazione al servizio di ordine pubblico ai seggi. Di come andò la prima volta ho già riferito qui (si veda Le cascate di Salino). Nel secondo episodio fui aggregato al Battaglion Tolmezzo (allora di stanza a Paluzza) al comando di un “plotone di formazione” che contava all’incirca una settantina di uomini (i reparti di formazione vengono costituiti volta per volta per far fronte a esigenze specifiche, ad esempio anche nel caso di esercitazioni, prendendo il personale qua e là, dove lo si trova). Avendo ormai alle spalle una certa esperienza e soprattutto potendo ora contare su una buona conoscenza degli uomini del mio battaglione, scelsi li mejo fichi der bigoncio e mi accaparrai una nutrita schiera di graduati capaci e affidabili a cui potevo delegare alcuni compiti.
martedì 1 gennaio 2019
Il legnaiolo e la centrale a biomassa
Per principiare bene l’anno, con questo post che è il numero 400 della serie e rappresenta di per sé un traguardo significativo, faremo ancora appello alla memoria, dove riposano le storie di vita vissuta. La mia esperienza professionale, per quanto breve, mi ha portato a riconoscere la grande intraprendenza degli imprenditori veneti. Parliamo più precisamente della Marca Trevigiana, anzi, per non indulgere al campanilismo, ci limiteremo alla Sinistra Piave. Il dinamismo, l’inventiva, la spregiudicatezza a volte, che caratterizza, nella media, l’imprenditoria trevigiana rende improponibile ogni confronto con i ben più … "riflessivi" colleghi della Destra Tagliamento.
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