(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

mercoledì 10 aprile 2019

I libri di scuola

Oggi mio padre avrebbe compiuto 89 anni. Su una mensola in cucina tengo un anonimo barattolo ricolmo di calami e matite, penne a sfera più spesso utili a tracciare solchi profondi sulla carta, che non a prendere appunti. Come per quasi tutti gli oggetti che affollano casa mia, anche quel barattolo decorato con grandi fiori colorati (forse anemoni) ha la sua storia. Me lo portò a casa mio padre, rincasando dopo una giornata di lavoro, come regalo di compleanno. Immagino lo abbia acquistato durante una delle sue veloci soste in autogrill per rifocillarsi e chiamare casa nel vano tentativo di placare l’ansia di mia madre fornendole qualche aggiornamento sui suoi spostamenti e sull’orario previsto per il rientro, spesso disatteso. Malgrado la frenesia e gli impegni delle sue giornate, voleva così dimostrarmi che non se n’era dimenticato, intuendo forse prima di me una passione per la scrittura che sarebbe cresciuta negli anni a seguire. Io ricambiai molti anni più tardi con una pipa in radica, acquistata nella bottega di un artigiano di Ravenna. Ma il mio era un regalo di Natale. Mio padre aveva recuperato dalla casa dei genitori i suoi libri di scuola, che io presi subito in custodia. Volumi degli anni ‘40, Libreria dello Stato – Roma. Che già portavano addosso i segni del tempo e le ingiurie dell’umidità. Copertine gualcite, una del tutto mancante, legature malmesse, angoli delle pagine ripiegati, ma in generale si capiva già allora che quei libri erano stati conservati con rispetto, così come i pochi altri che appartenevano al nonno. Scarse le annotazioni, per lo più a matita o tracciate con inchiostro e pennino nelle prime o ultime pagine. Qualche data, disegni di cappelli alpini, una scritta curiosa che meriterebbe un approfondimento, riportata sulla copertina del libro di lettura della quinta classe: Claut, li 13-5-1943 - XXI W la pace quest’anno. Da tempo avevo in animo di affidare a un bravo artigiano il recupero di quei sei libri della scuola elementare, ma non sapevo a chi rivolgermi. Fino a quando, sfogliando un quotidiano locale, qualche mese fa ho scoperto di avere una coppia di fratelli restauratori a poche centinaia di metri da casa. Nell’intento di preservare i volumi, con l’entusiasmo e l’ingenuità del ragazzino che ero li avevo rinforzati impiegando gran quantità di scotch trasparente. Quello che per me era un intervento terapeutico fu in realtà un’azione maldestra e dannosa. Michele ci ha impiegato un bel po’ per liberare le vecchie pagine da quella zavorra e ha conservato la mole di cascami per mostrarmeli. Alla fine l’intervento di rianimazione si è concluso con soddisfacente successo, reintegrando perfino la copertina perduta grazie alla disponibilità dei motori di ricerca. E ora, nel giorno del suo ottantanovesimo compleanno, posso idealmente restituire a mio padre i suoi libri di scuola, rivedendolo intento a disegnare cappelli da alpino negli spazi bianchi delle pagine, bambino spensierato anche lui malgrado la crudezza dei tempi.

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