(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

lunedì 2 marzo 2020

Perugia memories (2)

Quella serata alla Rocca Paolina di Perugia mi è rimasta ben stampata nella memoria, così come tanti altri episodi che hanno contribuito a rendermi cara la città. Arna è una donna israeliana (vedo ora che avrebbe la stessa età di mia madre, se un tumore non se la fosse presa anzitempo). Dopo avere servito nell’esercito del suo Paese, con la grinta e la determinazione ostinata propria di ogni madre Arna si spese a lungo per i bambini palestinesi di Jenin, i suoi bambini, cercando di portare un po’ di serenità nelle loro vite. Chi volesse vedere il documentario, lo può trovare anche online (ad esempio a questo link https://www.youtube.com/watch?v=cQZiHgbBBcI)

Per la sera avevo prenotato la visione di un documentario sulla questione palestinese, in Sala Cannoniera. Al momento d'iniziare ci avvisano che il produttore israeliano del film è rimasto a Tel Aviv perché il suo volo è stato cancellato. E con lui è rimasta anche la copia del film. Ci spiegano quindi che vedremo un altro documentario, non meno intenso e significativo. Dio benedica gli imprevisti! Arna's children, questo è il titolo del film, si rivela fin dalle prime sequenze bellissimo, tanto che alla fine mi assicuro sgomitando una delle poche copie del DVD e chiedo alla signora che ce l'ha illustrato di lasciarmi il suo indirizzo email. Mi è venuto in mente di organizzare una proiezione pubblica e vorrei invitarla per commentare il film. Anche stasera, rientrando al mio alloggio dopo una frizzante serata in compagnia della Banda Osiris e di due mattacchioni che si sono fatti a piedi più di 600 chilometri per scrivere il libro che sono venuti a presentarci, ho provato una piacevole sensazione di familiarità percorrendo le scoscese vie del centro. Vie sempre animate anche di notte, ma con un che di amichevole. Passeggiando per le strade di Perugia si percepisce un'apertura, una disponibilità all'accoglienza: la bonomia e la semplicità della vecchia provincia italiana, in cui si mescolano freschezza ed entusiasmo giovanile. Già prima di partire, le previsioni meteo mi avevano indotto a dedicare la giornata di venerdì ai musei. E così ho fatto. In effetti oggi il clima è peggiorato, con temperature più rigide, vento freddo, cielo nuvoloso e parecchia pioggia. Sono riuscito a rendere funzionale anche questa giornataccia. Con il biglietto cumulativo che avevo acquistato alla biglietteria della Galleria Nazionale dell'Umbria l'altro ieri, e che mi consente ben 5 ingressi in musei a mia scelta in un tour de force di 24 ore al modico prezzo di 7 euro, ho visitato, nell'ordine: la predetta Galleria, ospitata nel Palazzo dei Priori; il Museo Capitolare; il Nobile Collegio del Cambio. Se nelle prime due visite, in base alle informazioni sbocconcellate qua e là su guide, itinerari, siti web e pieghevoli vari, mi aspettavo di ricevere forti emozioni per la quantità di pezzi pregevoli, la vera sorpresa è stata il Collegio del Cambio. Il simpatico custode, non appena il numero di visitatori si è fatto interessante, continuando ad imbustare non so quali inviti e ad affrancare le relative buste, ha preso a illustrarci la sala principale, la sala delle udienze. È stato gustosissimo, per la passione che emergeva in certi tratti, mentre in altri momenti era fin troppo evidente una tiritera scaturita da ripetute riletture di qualche guida. Il custode infarciva il discorso di proprie opinioni, manifestando talvolta scetticismo o ammirazione, scusandosi talaltra se non poteva spiegare meglio, se non poteva approfondire, perché si trattava di cose che non conosceva, anche perché lui non è uno studioso e si occupa di altre cose. Bei panorami nelle rare pause del maltempo. Ci sono punti in cui si gode di viste stupende e profonde sulla città e dintorni. Sono anche capitato casualmente in un mercatino coperto di cui ho riletto stasera mentre aspettavo che iniziasse lo spettacolo. Alla Rocca Paolina ho acquistato una insolita guida della città, infarcita di notizie curiose, aneddoti, personaggi stravaganti e testimonianze romantiche. È citata anche la Banca Commerciale Italiana, e me ne sono accorto con una punta d'orgoglio. Certo in questo soggiorno non riuscirò a percorrere gli itinerari cittadini proposti dall'ente per il turismo, né le visite alla città insolita: il tempo è scarso, gli impegni numerosi, la curiosità monta e le occasioni per distrarsi non mancano. Domani mattina ci sarebbe il mercatino delle ceramiche, la visita a un oratorio che la guida già citata dà come must e poi il POST, dopo che a Malnisio mi sono incuriosito con l'Immaginario Scientifico. Domani ci sono anche le presentazioni di un paio di libri locali che ho preso al mercato della Rocca. Libri con CD per ascoltare e portare con me il suono di questo dialetto da “cafoni” (nel senso di povera gente, contadini, popolani) irresistibilmente musicale, piacevole, divertente.

continua...

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