Conservo ancora (e mi porto al seguito, durante i miei abituali pellegrinaggi nel capoluogo umbro) le guide a cui faccio qui riferimento. Nel corso degli anni sono riuscito a percorrere tutti e cinque gli itinerari proposti dall’opuscolo dell’APT perugina. Si tratta di una guida davvero ben fatta, che raccomando senz’altro al viaggiatore curioso, rintracciabile online a questo link http://turismo.comune.perugia.it/articoli/perugia-nascosta (il pdf è scaricabile). Seguendo i suggerimenti dell’altro baedeker citato, trovando spazio fra un appuntamento e l’altro delle successive rassegne festivaliere ho poi ampliato nel tempo l’elenco delle cose da vedere, riuscendo pian piano a spuntarne parecchie. Mi sono tuttavia convinto di non aver ancora esaurito l’impegno e credo per questo che dovrò tornare a Perugia ancora qualche altra volta.
Sabato, 10 novembre 2007
Sono le 13:30 e sono appena rientrato al mio alloggio. Ho bisogno di prendermi una pausa e di ritemprarmi un po'. A differenza di ieri, ma com'era comunque previsto, oggi il tempo è splendido. E con un cielo così terso e luminoso anche la vista dai Giardini Carducci diventa ancora più meravigliosa. Mattinata intensa e interessante. Come da programma ho seguito finalmente uno degli itinerari proposti dalla guida dell'APT e sono arrivato fino al tempietto di S. Angelo. Anche la guida di Mauro Pianesi, quella intrisa di gustosi aneddoti e stravaganti personaggi e che tra l'altro è di stampa freschissima, essendo stata pubblicata due mesi fa, consigliava di visitare il luogo sacro, una delle più antiche chiese paleocristiane d'Italia.
Indulgenza plenaria ai visitatori da Bonifax VIII...
Sono partito da Piazza Danti, perché m'incuriosiva il mercatino delle ceramiche, ma l'unico banchetto si è rivelato carico di paccottiglia dozzinale, e quindi mi sono incamminato per la via dell'acquedotto, uno stretto e lungo passaggio sopraelevato costruito appunto sui resti di un acquedotto duecentesco. Un percorso su cui si affacciano anche gli usci di alcune abitazioni (ho provato molta invidia per i rispettivi proprietari). Il tempietto è davvero un'oasi di pace e merita una visita. Mi ha fatto venire in mente quello visto a Mantova, di fianco a S. Andrea, anche se la pianta di S. Angelo è più ampia. Quando sono arrivato, il tempietto era chiuso e c'erano alcuni studenti stranieri accompagnati dal loro professore che bivaccano sul vialetto d'entrata. Ho pensato che se dovevano visitare il posto mi conveniva aspettare e cogliere l'occasione. Dopo qualche minuto è arrivata in effetti un'anziana signora con le chiavi del tempio e ci ha fatti entrare. Molto bella la nicchia in cui è il fonte battesimale, con affrescata una Madonna del latte che pareva duecentesca. Rientrando lungo corso Garibaldi mi sono imbattuto in una trattoria dove si servono piatti tradizionali e il menu è scritto in dialetto con spiritose divagazioni. Pensavo di andarci a pranzo ma poi ho cambiato idea e credo che stasera a cena non ce la farò con i tempi, perché alle 21:00 devo tornare in Sala Cannoniera. Pazienza, conserverò l'indirizzo per la prossima volta.
Domenica, 11 novembre
Per le ultime poche ore che mi restano da trascorrere in questa splendida città ho deciso (più o meno inconsapevolmente) di concedermi qualche altra sorpresa. Dopo aver fatto colazione (un po' più tardi del solito) e avere preparato i bagagli per il viaggio di ritorno (non senza qualche difficoltà, considerata la mole di acquisti, prevalentemente librari, che mi sono regalato), mi rimaneva un'oretta per una breve passeggiata. Sono salito come al solito con la scala mobile fino a via dei Priori e, avendo individuato un'indicazione fino ad oggi ignorata per piazza Morlacchi, ho percorso quel solitario e scosceso sentiero fino a raggiungere l'omonimo teatro. Ridisceso, invece di rientrare ho pensato di andare a vedere dove finiva quell'ultimo tratto di strada in direzione opposta al Palazzo dei Priori che mai fino ad oggi avevo percorso. E ho così scoperto un angolo di città incantevole (uno dei tanti), con una chiesa dei cavalieri di Malta, una di S. Francesco, un susseguirsi di costruzioni antiche. Di fianco all'imponente Certosa, imprigionata da recinzioni a causa di incombenti restauri, è incastonato un delizioso gioiello architettonico che ho poi scoperto essere l'Oratorio di S. Bernardino da Siena. Con una facciata sorprendente e gli interni semplici e spogli. Quando si dice lasciare la strada vecchia per la nuova... Dopo aver atteso per una mezz'oretta l'autobus che mi avrebbe portato alla stazione dei treni, ora sono qui, nella sala d'attesa con ottocenteschi sedili in legno che paiono i banchi del coro di una chiesa e il pavimento a mosaico. E il soffitto non è da meno: affrescato a grottesche con due cherubini in un riquadro centrale proprio sopra la mia testa. Fortunatamente ho solo un cambio, a Firenze. Se tutto va bene, per le 9 di sera sarò di nuovo a casa. Incrociamo le dita...
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