Narra la leggenda che un pellegrino austriaco di ritorno dal santuario di Loreto volle dimostrare la propria riconoscenza per l’ospitalità ricevuta dalla famiglia Soprani regalando al piccolo Paolo uno strano organetto, con cui aveva allietato la serata precedente e che aveva risvegliato la curiosità del piccolo ospite. L’intraprendente ragazzino iniziò negli anni seguenti a riprodurre l’organetto, trasformando nel tempo quella che era un’attività di artigianato familiare in un fiorente settore industriale che ha reso Castelfidardo e la provincia di Ancona un punto di riferimento per i musicisti di tutto il mondo. Per valutare il giro d’affari del distretto della fisarmonica, si tenga presente che, a oggi, il prezzo di uno strumento da concerto realizzato artigianalmente dai mastri fidardensi costa quanto un SUV entry level.
Se Castelfidardo è la Mecca dei concertisti di livello internazionale, non va dimenticato che in Lombardia si trova un’altra realtà artigianale di altrettanto storico lignaggio, che produce ugualmente strumenti di pregiata fattura.
Nel 1982 avevo 15 anni e studiavo musica da un po’. Il mio nuovo maestro mi aveva già convinto a partecipare, due anni addietro, alla prima edizione del Concorso Internazionale di Fisarmonica “Città di Stradella” come solista. Per il secondo giro, riteneva, da buon maestro, che fosse necessario un upgrade e mi propose di duettare con un altro dei suoi allievi, invero assai più bravo di me già a quel tempo. Adolfo proseguì gli studi musicali, iscrivendosi al conservatorio (in cui all’epoca la fisarmonica non era ancora ammessa), diplomandosi in pianoforte, continuando a partecipare a concorsi di livello sempre più elevato, fino a diventare un concertista apprezzato e rientrare in conservatorio, questa volta come maestro. Ma nel 1982 era un promettente ragazzino di 13 anni, con la stessa ansia che prendeva anche me prima di salire su un palcoscenico. Specie se di fronte hai un pubblico selezionato, attento e severo, di appassionati, esperti e musicisti che arrivano anche dall’estero, e sul palco, di fianco a te, siede una giuria di maestri pronti ad annotare ogni tuo errore, foss’anche soltanto una improvvida virata del mantice. Il brano assegnato per la nostra categoria era una polka per due fisarmoniche, con una melodia irta di trabocchetti da concorso. A me toccò la prima parte. Adolfo, proprio in virtù della sua maggiore prestanza tecnica si sorbì sia la prima parte (con cui avrebbe gareggiato anche come solista) che la seconda. Ciascuno di noi si preparò per conto suo, poi facemmo qualche prova d’insieme per mettere a punto il sincronismo. A dire il vero, fin dalla prima volta che eseguimmo assieme il brano, a casa sua, ebbi la netta sensazione che, se avessimo suonato così anche a Stradella, il primo premio non ce lo toglieva nessuno: l’amalgama dell’esecuzione (a parte qualche sbavatura che sarebbe stata corretta nei giorni successivi) era quasi perfetto. Certo, una cosa è esibirsi a casa propria e altro su un palcoscenico. Nel secondo caso si capisce che interferiscono dei fattori emotivi non sempre facilmente gestibili. Soprattutto se hai 15 anni…
Arrivò quindi il momento di partire alla volta di Broni, dove la comitiva degli allievi che avrebbe partecipato al concorso aveva trovato ospitalità in albergo (pagato a spese nostre, ovviamente). Il sabato precedente alla nostra esibizione io e Adolfo entrammo a curiosare nella sala che avrebbe accolto le nostre performance. Il Sandalo Cinese (“dal 1949 la casa del ballo e del divertimento”, così recita la presentazione del locale che si trova sul loro sito web http://www.sandalocinese.it/) è un dancing ancora in esercizio. Sul palco erano sistemati alcuni tavoli addossati alla parete di fondo sui quali troneggiava una schiera di coppe e trofei utili a premiare i vincitori. Notando che fra questi, tutti diversi uno dall’altro, ce n’erano due di gemelli, capii che quelle coppe erano destinate alla premiazione del duetto e ricordo che dissi ad Adolfo: “Vedi? Quelle sono le nostre!”.
Il giorno successivo ce le portammo a casa.
Nessun commento:
Posta un commento
se sei un utente anonimo, ricorda di aggiungere in calce il tuo nome ;-)