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mercoledì 20 maggio 2020

Leggi & decreti

Nella tarda serata di ieri è stato finalmente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il tanto attesto “decreto Rilancio”. Più di duecentocinquanta pagine fitte di nuove disposizioni con le quali il Governo intende dare impulso a un’economia tanto provata dalla crisi pandemica tutt’ora in atto. Come sta succedendo spesso, in queste settimane, del decreto in fieri sono trapelate indiscrezioni, si sono annunciate proposte, si sono date in pasto a mezzi di comunicazione ripetute anticipazioni. Una pessima abitudine, che non fa altro che ingenerare confusione e inutili discussioni, spesso fallaci giacché fondate, appunto, sulle intenzioni e non su provvedimenti fatti e finiti. Prima della pubblicazione del decreto si è letto di tutto: da chi, forte della sua laurea in giurisprudenza, lo dava già per emanato, a chi commentava le bozze proditoriamente fatte circolare al solo scopo di misurare le reazioni dell’opinione pubblica e poi su di queste tarare la propria azione. Non proprio quello che si dice un atteggiamento da statisti. C’è stato anche chi ha confuso decreti legge con DPCM, questa “nuova” tipologia di atto con cui abbiamo imparato a familiarizzare in questi giorni di lock down. Per provare allora a dissipare la nebbia che pregiudica in molti casi la compiuta visione delle cose, si azzarderà qui l’ennesimo ripasso di educazione civica.

La funzione legislativa nel nostro Paese è affidata al Parlamento. Questo significa che le leggi, in Italia, vengono (in prevalenza) formate, discusse e votate dalla Camera dei Deputati e dal Senato della Repubblica. Vi sono poi le leggi di iniziativa popolare e altre fattispecie, ma la discussione e la votazione dei provvedimenti rimane riservata sempre al Parlamento. Assieme alle leggi esistono altri atti normativi, aventi forza di legge, come ad esempio i decreti legge. Il decreto legge viene deliberato dal Consiglio dei Ministri. Nei casi previsti dalla Costituzione, ossia là dove vi siano ragioni di particolare necessità e urgenza, tali da bypassare il Parlamento. Entra in vigore subito dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, ma i suoi effetti sono provvisori, giacché, entro 60 giorni dalla pubblicazione, dev’essere convertito in legge dal Parlamento, coll’usuale corollario di dibattiti, emendamenti e votazioni. Trattandosi di un atto che ha immediata efficacia, a scopo cautelativo, il decreto legge viene sottoposto all’esame di un altro organo istituzionale, che ha funzione di garanzia rispetto all’osservanza del dettato costituzionale. Ai sensi dell’art. 69, comma 1, lettera d), il Presidente della Repubblica emana i decreti aventi valore di legge ed approvati dal Consiglio dei Ministri. Sulle attività di controllo che spettano alla Presidenza della della Repubblica in fase di emanazione dei decreti legge, si può vedere questa pubblicazione rintracciabile online https://www.osservatoriosullefonti.it/archivi/archivio-saggi/speciali/speciale-governo-vs-parlamento-3-2016/1051-il-controllo-del-presidente-della-repubblica-sulla-decretazione-d-urgenza-fondamenti-e-prassi-alla-prova-della-crisi/file, dalla quale si evince con facilità che il ruolo attribuito al Presidente non è di semplice notaio, che registra la volontà espressa dal Governo e dà il via libera alla pubblicazione dell’atto senza un esame critico del provvedimento. Esame che non entra nel merito delle scelte, ma interessa la complessiva coerenza dell’articolato con la Costituzione e le leggi (detto in estrema sintesi; chi fosse interessato ad approfondire, troverà in Rete abbondante documentazione di analisi).

Per chiudere, conviene ribadire che per poter affrontare a ragion veduta gli argomenti di un qualsiasi dibattito, è necessario conoscere e avere compreso i termini della questione, altrimenti si rischia di produrre vaquo chiacchiericcio. E poi bisogna finalmente tornare a dare un peso a ciascuna delle parole che si usano, troppo spesso a sproposito. Un decreto legge è diverso da un DPCM e il fatto che i quotidiani ne riportino ampie anticipazioni non significa che sia stato emanato (a onor del vero, i media più seri precisano sempre la circostanza, ma l’avidità frettolosa del lettore medio riesce a saltare a piè pari gli incisi e le precisazioni che non si confanno alla propria ansia informativa, travisando spesso il significato delle notizie che legge).

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