Al è dibant lâ a cirî Gargagnà su lis mapis dal Friûl: no si cjatilu nancje in chês plui minudis e precisis che a doprin i militârs, indulà che a son segnadis fin lis farcadicis (...) Gargagnà Disore e je une vile dal Friûl di mieç: une frazion, nus àn insegnât a dî i talians, cun siet votcent animis; e in union cun Gargagnà Disot, cun Lupignan e cualchi altri cjasâl plui minût, a formin il Comun di Scufons.
Così scriveva pre Bepo Marchèt, nel Prambul a Lis predicjis dal muini, volume originariamente pubblicato nel 1965 e rieditato nel 2016 dalla Società Filologica Friulana. Una raccolta di queste sue “esortazioni morali” pubblicate dal 1945 in avanti sulla Vita Cattolica, settimanale diocesano udinese, con cui l'immaginario Vigji Scuete, muini monumentâl, grant e grues, sclet di lenghe e simpri sigûr di se, di volta in volta rappresentava dei piccoli autentici affreschi di vita locale, in una lingua friulana sapida e oramai perduta.
e le note vengono aggiornate di quando in quando)
giovedì 30 luglio 2020
giovedì 23 luglio 2020
Toni e Lampi
Franco lo conobbi nell’estate del 1985, una volta archiviato il mio esame di maturità. C’erano da fare alcune serate in un locale di Bibione, ricordo un’ampia terrazza scoperta, i tavolini sempre affollati di avventori, lo spazio per le coppie che volevano ballare. Aveva uno sguardo da matto, lunghi capelli corvini, baffoni spioventi e una mimica facciale che disorientavano, di primo acchito. Quando poi iniziava a parlare qualunque interlocutore finiva per inquietarsi. Alla batteria se la cavava bene, suonava la chitarra e riusciva perfino ad accompagnarsi alla tastiera, cantava con ambizioni da crooner e intratteneva il pubblico esibendosi in boutade e barzellette, ma sapeva anche assumere all’improvviso un atteggiamento serio e professionale. Un po’ schizofrenico, ecco.
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