(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

giovedì 23 luglio 2020

Toni e Lampi

Franco lo conobbi nell’estate del 1985, una volta archiviato il mio esame di maturità. C’erano da fare alcune serate in un locale di Bibione, ricordo un’ampia terrazza scoperta, i tavolini sempre affollati di avventori, lo spazio per le coppie che volevano ballare. Aveva uno sguardo da matto, lunghi capelli corvini, baffoni spioventi e una mimica facciale che disorientavano, di primo acchito. Quando poi iniziava a parlare qualunque interlocutore finiva per inquietarsi. Alla batteria se la cavava bene, suonava la chitarra e riusciva perfino ad accompagnarsi alla tastiera, cantava con ambizioni da crooner e intratteneva il pubblico esibendosi in boutade e barzellette, ma sapeva anche assumere all’improvviso un atteggiamento serio e professionale. Un po’ schizofrenico, ecco. Imprevedibile, eclettico. Saltabeccava fra lazzi, rumorose risate, ululati e annunci con voce impostata, da speaker radiofonico o presentatore professionista. Affabulatore istrionico e infaticabile organizzatore di eventi e occasioni di ogni genere, capace di risolvere sul tamburo ogni imprevisto con inventiva e originalità. Il ruolo di comparsa non faceva per lui. Sapeva essere un’ottima spalla, certo, amalgamandosi con gli altri protagonisti dello spettacolo, ma senza scomparire, trovando invece i propri spazi con guizzi improvvisi. Avevo in repertorio già allora alcuni brani dei fratelli Avsenik (prolifici autori del folclore sloveno) i cui spartiti in edizione austriaca riportavano i titoli dei brani in tedesco (e fin qui con la traduzione riuscivo a cavarmela). In alcuni casi, però, si era mantenuto il titolo originale in lingua slava e a quel punto dovevo arrendermi. Al momento di annunciare il pezzo Franco reclamava un titolo da offrire al pubblico e io allargando le braccia gli indicavo allora lo spartito, sottintendendo: fai tu! Senza battere ciglio sapeva inventarsi dei titoli meravigliosi, sfruttando l’assonanza che gli suggerivano quelle scritte indecifrabili e lasciando andare a briglie sciolte la fantasia. Vi fu quella sera che, assumendo il tono formale e ossequioso delle occasioni importanti, annunciò impettito che avremmo eseguito l’inno nazionale polacco (si trattava in realtà di non so più quale mazurca il cui titolo probabilmente non gli piaceva). So che si esibiva anche con Sergio in un duo sotto l’insegna “Toni e Lampi”. Per quanto riguarda me, a parte quella lontana stagione estiva non ebbi molte altre occasioni di collaborare con lui. Ricordo soltanto un’interminabile notte di San Silvestro (poteva essere il 1991) a Portogruaro, di cui conservo una sguaiata registrazione audio. Ho riversato su CD quel nastro anni fa e di tanto in tanto lo riascolto con gran piacere, proiettando nella memoria le immagini e i momenti di quella nostra esilarante performance da cui rientrai a casa alle sette del mattino. Durante la notte aveva anche nevicato. Trovai i miei genitori che stavano prendendo il caffè in cucina, ci scambiammo gli auguri di buon anno prima che io crollassi a letto. Rimane incancellabile il ricordo delle risate di quella notte che pareva davvero non voler finire mai, capaci di compensare la fatica del nostro lavoro. Perché tutti noi che formavamo queste occasionali ensemble dilettantesche messe assieme all’ultimo minuto, noi che andavamo in scena senza rete, visto che ci si esibiva spesso con partner conosciuti al momento e senza alcuna prova, lasciando a un incessante gioco di sguardi il compito di mantenere la performance entro i limiti della decenza, avevamo ben chiara una cosa. Che, prima di tutto, in ogni nostro concerto dovevamo essere noi a divertirci. Il resto veniva da sé. In questi giorni ho saputo che Franco “è andato avanti”, come dicono gli alpini. Un piccolo mostro gli ha aggredito il pancreas senza lasciargli via di scampo. Resta in me e in quanti lo hanno conosciuto la memoria della sua travolgente e stravagante vitalità e la gratitudine per i bei momenti trascorsi insieme.

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