Quando ero bambino, frequentavo la quarta o quinta elementare, mi fu data la possibilità di partecipare a un concorso di disegno esteso a tutte le scuole del circondario. Il tema era molto semplice, dato che la competizione era riservata a dei fanciulli: si chiedeva di disegnare degli animali. Fin da piccolo, non ho mai avuto apprezzabili inclinazioni pittoriche né ho mai coltivato la tecnica del disegno, però in quell'occasione volevo partecipare. Si trattava soltanto di trovare il soggetto adatto alle mie modeste capacità, qualcosa che fosse facile da riprodurre. Avevo a quell'epoca un compagno di classe che abitava in via del Cristo. Andavo a trovarlo volentieri perché suonava la chitarra (e io già avevo iniziato a studiare musica). Assieme al fratello maggiore, con l'efficace supporto del papà, ogni anno Paolo realizzava in cantina un presepe animato che a me allora appariva monumentale e suscitava grande invidia, tanto che poi mi decisi a replicare l'idea impegnando un'intera estate di lavoro per preparare la mia versione. Alcuni anni più tardi, istigati da padre Placido, nostro insegnante di religione alle medie, con Paolo e altri formammo un'inedita band per accompagnare i canti della messa dei ragazzi della domenica mattina e la chiesa dei frati risuonò per qualche tempo delle nostre performance musicali. Su ciascuno dei due battenti di un cancello di ferro che si affacciava sulla strada, di fronte a casa sua, campeggiava una grande ragnatela metallica che aveva al suo centro un grosso ragno. Avevo trovato quel che faceva per me! Non mi restava che copiare ragno e ragnatela e presentare al concorso il mio lavoro. La premiazione si svolse al cinema Verdi, a Pordenone, gremito di pargoli vocianti al seguito dei rispettivi genitori. Dopo la proiezione del film "Cinque matti al supermercato" sul palco del teatro furono disposti alcuni giochi in scatola che sarebbero serviti per premiare i disegni prescelti. Quindi lo speaker iniziò la chiama dei giovani vincitori, mostrando via via l'opera premiata e illustrando le motivazioni della scelta. Ricordo bene l'emozione provata quando sentii chiamare il mio nome. Nell'incamminarmi verso il palco mi tremavano le gambe. Non mi aspettavo di certo che la mia creazione venisse selezionata, e invece... Fu premiata l'originalità del soggetto ritratto (evidentemente ero stato l'unico a pensare a un ragno). Quando mi chiesero di scegliere fra i giochi disponibili io avevo già adocchiato la scatola più grande e me ne impadronii rapidamente, dimentico delle sagge raccomandazioni degli adulti (si sa che il vino il buono sta nella botte piccola). La mia precoce avidità fu però presto punita: una volta giunto a casa, mi ritrovai tra le mani un insipido balocco che finì subito in soffitta. La soddisfazione proseguì poi una volta rientrato a scuola, il giorno successivo, quando la notizia della mia vittoria si diffuse. C'era nella mia classe un bambino di notevoli abilità artistiche (ora è un apprezzato architetto). Conoscendo i miei limiti, Roberto non riusciva a capacitarsi di come avessi potuto essere premiato a un concorso di disegno e mi avvicinò per sapere quale capolavoro ero riuscito a realizzare, restando visibilmente deluso quando gli spiegai che si trattava di un semplice ragnetto. Chissà, forse quel cancello di ferro è ancora lì, affacciato sulla via del Cristo...
P.S. grazie a Roberto Gardonio (che non è l'architetto citato), per avermi consentito di corredare il mio pezzullo con uno dei suoi meravigliosi scatti.
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