(dove il viaggio non segue soltanto un itinerario terrestre
e le note vengono aggiornate di quando in quando)

mercoledì 22 settembre 2021

La vecchia latteria (I tempo)

Un recente rapporto CENSIS sulle dinamiche demografiche nel nostro Paese pubblicato lo scorso aprile sottolinea la rilevanza di due fenomeni peraltro già noti e dibattuti: la denatalità e il progressivo invecchiamento della popolazione. Si tratta di una situazione oggettiva, rilevata statisticamente, di cui la politica deve prendere atto per impostare le opportune riflessioni e, soprattutto, poter dare risposte adeguate. Secondo i dati riportati nel rapporto l'Italia ha un tasso di natalità che è il più basso tra i Paesi dell'Unione Europea (sette per mille, contro il dodici dell'Irlanda, che sta al primo posto). Alla riduzione della natalità si contrappone un consistente invecchiamento della popolazione (gli over 65 rappresentano in Italia il 22,8% degli abitanti, contro il 14% dell'Irlanda, il 20% della Francia e il 21% della Germania). Non solo. Si assiste a un significativo allungamento dell'aspettativa di vita, cosa che è di per sé positiva, ma che comporta una serie di conseguenze e di bisogni a cui è necessario dare risposta. Nel programma elettorale della coalizione che sostiene la candidatura di Paolo Peresson a sindaco di Cordenons, uno dei punti qualificanti è rappresentato dall'idea di realizzare la "Cittadella del welfare", all'interno della quale inserire delle strutture di co-housing (pessimo inglesismo che si può tradurre con "coabitazione", "convivenza"), in cui ospitare persone anziane parzialmente autosufficienti a cui vengono assicurati i servizi comuni (mensa, pulizie, assistenza infermieristica, animazione). Si tratta di un progetto di medio-lungo termine, che richiede evidentemente finanziamenti importanti. Bisogna però tener conto che il cosiddetto recovery fund (più propriamente Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, P.N.R.R.) destina risorse consistenti agli enti locali, fra cui i Comuni, per realizzare gli obiettivi stabiliti. Ciò che occorrerà, sarà avere degli amministratori pubblici capaci di intercettare queste risorse con un'adeguata capacità progettuale, a cui dovrà seguire una tempestiva realizzazione dei progetti, nel rispetto rigoroso dei termini assegnati. Ma non è tutto. Chi, come è accaduto a me, si trovi a dover assistere un familiare alle prese con gli acciacchi della vecchiaia, si sarà reso conto ben presto di quanto sia complicato orientarsi nel labirinto di servizi, che pure esistono, ma non sono coordinati fra loro. Fra pannoloni, badanti, case di riposo, commissione medica INPS per l'accertamento dell'invalidità, carrozzine, deambulatori, amministratori di sostegno, tribunale, C.A.F., patronati, uffici comunali, assistenti sociali, ecc. ecc., avere un punto di riferimento unico che informi il care giver 1 (altro pessimo inglesismo) e lo aiuti a districarsi nelle difficoltà che si troverà ad affrontare, è un servizio di grande utilità per molte famiglie. Anche in questo ambito ci si aspetta un intervento risolutore dai Comuni e dai loro amministratori pro-tempore. E anche questa è una delle proposte che la nostra coalizione ha in animo di concretizzare.

(continua...)
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1 Familiare con un ruolo informale di supporto e vicinanza che si impegna nelle attività quotidiane di cura della persona.

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