e le note vengono aggiornate di quando in quando)
martedì 19 ottobre 2021
Sì se pol (basta volerlo)
Siccome a me piace fare una cosa alla volta, da qualche mese sto anche seguendo una successione piuttosto impegnativa che mi è capitata fra capo e collo. Avendo la necessità di recuperare la data di nascita di una sorella di mia nonna (parliamo della fine del 1800), in attesa dell'esito di altre ricerche le cui risposte tardavano a venire, ho provato a consultare l'onnipresente Google (male non fa: i risultati sono gratuiti e in tempo reale). Ho così scoperto che questa mia antenata aveva a suo tempo presentato domanda di risarcimento dei danni di guerra (si parla della Seconda guerra mondiale). Queste domande furono inventariate nel 2011 e risultano versate presso l'Archivio di Stato di Pordenone. Provo allora a inviare una mail, chiedendo copia della domanda, da cui conto di ottenere l'informazione che mi occorre. Nel giro di dieci minuti dall'invio della mail ricevo una telefonata dall'Archivio di Stato, con la quale molto cortesemente mi si informa che il materiale in realtà non è depositato a Pordenone, ma si trova a Mestre, dove loro si recano periodicamente per consultazioni. Appena possibile, quindi, mi faranno avere senz'altro una foto del documento. Via mail. Senza inutili formalità. Qualche anno fa, su indicazione di un amico che aveva seguito la stessa trafila, provai a recuperare il foglio matricola del mio nonno paterno interpellando il Distretto Militare di Udine. Anche in quel caso, con un rapido scambio di mail e grazie al provvidenziale suggerimento di un loro impiegato, sono stato indirizzato al locale Archivio di Stato. Pagando qualche euro con bonifico bancario nel giro di un paio di giorni ho ricevuto via mail il pdf del documento. Insomma, quando gli uffici della Pubblica Amministrazione si organizzano per venire incontro ai bisogni degli utenti (che poi sono quelli che contribuiscono a garantire i loro stipendi pagando, chi più, chi meno, le tasse), le cose possono funzionare. Incredibilmente, anche un ufficio pubblico italiano può dialogare via mail con i propri utenti senza inutili formalismi; anche la Pubblica Amministrazione può, se vuole, dare risposte in tempi ragionevoli alle domande poste dai cittadini. Certo, qualche intoppo può capitare, ma se c'è lo spirito di servizio, se il proprio lavoro è improntato a venire incontro ai bisogni dei cittadini, le soluzioni si trovano. Sempre per la medesima successione ho avuto bisogno di chiedere un certificato di nascita a un comune del veronese, inviando via mail l'apposito modulo debitamente compilato e sottoscritto assieme a una copia del mio documento d'identità. La prima obiezione che ho ricevuto è stata: "presso i nostri archivi non risulta il certificato di morte richiesto". Ma una volta chiarito l'errore, la risposta è arrivata. Via mail, senza bisogno di presentarsi allo sportello, senza versare alcunché. Nel comune dove risiedo, invece, qualche anno fa ci vollero tre mesi buoni di botta e risposta a suon di pec per convincere i recalcitranti impiegati pubblici a farmi avere via mail un documento in pdf a cui avrei dovuto avere libero accesso senza tante difficoltà, online, se fosse stato pubblicato correttamente (Cfr. Trasparenza, burocrazia e buonsenso in questo blog). Ma non si tratta dell'unico episodio del mio complicato rapporto con gli enti pubblici. Diversi anni prima anche dal Comune di Pordenone insistevano per avermi di persona allo sportello, perfino concordando l'orario di ricevimento in base alle mie necessità, pur di non darmi un riscontro via mail o una spiegazione al telefono. Ci volle l'intervento del sindaco di allora (e la mia capatosta) per sbloccare l'impasse. Uno dei risultati positivi che ci ha portato la pandemia con cui ancora siamo alle prese è la consapevolezza che molti lavori possono essere svolti da casa grazie alle nuove tecnologie (beh, in realtà internet esiste già da un po'... era solo un problema organizzativo). Rimanere confinati in casa per alcune settimane ci ha costretto a scoprire che è possibile fare la spesa al supermercato dove andiamo di solito ordinando i prodotti online, pagando con carta di credito e incaricando un personal shopper di riempire il carrello per nostro conto (per il contagiato confinato in casa senza qualche amico disponibile a fare la spesa per lui, in tempo di lockdown era una necessità; per la donna manager super impegnata oggi diventa un comodo servizio in più). Anche i pasti al ristorante, là dove il ristoratore è intraprendente e tecnologicamente attrezzato, possono essere ordinati online e ricevuti comodamente a casa con quello che abbiamo imparato a conoscere come il servizio di delivery. E abbiamo scoperto che online si può perfino chiedere qualche certificato in Comune. Non tutto il male vien per nuocere, verrebbe da dire. Ma se per vincere la resistenza al cambiamento, che nel settore pubblico sembra essere molto più radicata e molto meno superabile, bisogna esserci costretti, ecco, questo è molto avvilente.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
se sei un utente anonimo, ricorda di aggiungere in calce il tuo nome ;-)