e le note vengono aggiornate di quando in quando)
lunedì 1 maggio 2023
IJF23 - Cinque
Il sabato si conclude in sala dei Notari, con l'intervista a Francesca Mannocchi dell'Arianna nazionale, anima e motore del Festival. La pirotecnica sessione di Propaganda Live dall'auditorium di San Francesco al Prato me la godrò invece in streaming più tardi, comodamente adagiato in branda. Chiara gestisce col marito Il piccolo hotel che mi ospita per l'ennesima volta. Si intrattiene volentieri a chiacchierare, se il viavai degli ospiti lo consente. Mi informa che da poco hanno rimosso il soppalco del parcheggio Pellini, per problemi di stabilità. La mia prima volta a Perugia, se escludiamo la gita scolastica delle superiori e una capatina a Umbria Jazz alcuni anni più tardi, trovai alloggio in un b&b che sta proprio di fronte al parcheggio Pellini, il Domus Minervae.
sabato 29 aprile 2023
IJF23 - Quattro
Per una di quelle fortunate coincidenze che in realtà coinvolgono soltanto i viaggiatori consapevoli, ieri sera ho avuto un bel colpo di fortuna. La chiesa del Gesù sorge in Piazza Matteotti, di fianco al tribunale. Ci sarò passato davanti almeno un centinaio di volte nei vari spostamenti attraverso la città, senza mai degnarla della dovuta attenzione, dato che esternamente si presentava ai miei occhi come una delle tante chiese senza elementi di particolari interesse. Mancava ancora una buona mezz'ora all'inizio di un affollato incontro in sala dei Notari. Siccome da una delle tante letture fatte in questi giorni la chiesa mi veniva segnalata meritevole di visita, decido di darci una rapida occhiata. Il venerdì alle 17:30 il rettore del Santuario (così a lui piace appellare il tempio) conduce una visita guidata che al mio arrivo trovo da poco iniziata. Il colpo d'occhio all'ingresso è da mozzare il fiato. Uno splendido soffitto in legno a cassettoni, l'abside sontuosamente affrescato, un pavimento in cementine che conferisce all'edificio un tocco di domestica accoglienza. Ma il meglio doveva ancora venire. Terminata l'illustrazione delle numerose opere d'arte che adornano la chiesa, si inizia una discesa attraverso altre meraviglie.
venerdì 28 aprile 2023
IJF23- Tre
È tempo di lauree a Perugia e i neo dottori si vedono raggianti posare per le foto di rito in piazza IV Novembre e seduti ai tavolini dei bar del centro con amici e parenti venuti a festeggiarli. Quasi tutti gli incontri del Festival del giornalismo che si svolgono durante il giorno sono in inglese quest'anno, vista la netta predominanza di relatori internazionali. Non essendo del tutto convinto della piena efficienza garantita dall'intelligenza artificiale per la traduzione simultanea, decido così di privilegiare le visite turistiche. Il materiale non scarseggia. Ieri sera, però, ho approfittato di un incontro in sala dei Notari, finalmente in italiano, che credevo molto più partecipato. Il Festival mi ha abituato nel corso degli anni alle lunghe file di spettatori in attesa, che nel caso di eventi di particolare richiamo si formano anche diverse ore prima dell'orario di inizio.
giovedì 27 aprile 2023
IJF23- Due
A fine giornata la pioggia è finalmente scesa, come previsto, anche se non a secchiate. E così la seconda giornata mi mostra una città avvolta dalla nebbia, che ne esalta la sensualità. È da qualche anno, ormai, che frequento il centro storico di Perugia, girandolo in lungo e in largo, procurandomi guide ricche di informazioni ignote al turista distratto. L'ufficio del turismo è stato di recente ricollocato nei pressi del capolinea del minimetrò, al Pincetto, all'interno della biblioteca degli Arconi. Vi ritrovo, finalmente ristampato, un opuscolo che mi ero procurato diversi anni fa (la prima edizione è del 2004, leggo). Vi sono descritti cinque itinerari che si snodano attraverso tutto il centro storico. Non si illuda il visitatore mordi e fuggi, che crede sufficiente dedicare una mezza giornata all'acropoli perugina: io ci ho messo qualche anno a completare il circuito, dedicando ogni volta una settimana delle mie ferie alla città.
mercoledì 26 aprile 2023
IJF23 - Uno
... ma dammi indietro la mia 600, i miei vent'anni e una ragazza che tu sai. La compilation che fa da sottofondo al mio primo pranzo perugino è un tuffo negli anni '80 (e '70 e '60). L'efficiente cameriere della trattoria Oberdan ci tiene a sottolineare che la carbonara è una ricetta di origine assolutamente Umbra. Nasce a Cascia, lo dice anche Repubblica! La prima giornata del soggiorno inizia sotto i migliori auspici: contrariamente alle più fosche previsioni meteo, il cielo è splendido come può essere splendido il cielo dell'Italia centrale, le temperature sono più che primaverili, ma soffia sempre la tipica brezza perugina. Ho voluto ritornare allo studio Moretti Caselli, lo storico laboratorio di vetrate dipinte che già visitai alcuni anni fa.
venerdì 7 aprile 2023
TO2023 - Commiato
Dal mio temporaneo rifugio posto nel decumano massimo in questi giorni mi sono sorpreso di riconoscere, in genere poco dopo l'alba, lo stridere dei gabbiani. Non immaginavo che potessero nidificare in un contesto metropolitano dove spero non ci siano i cumuli di rifiuti a cielo aperto necessari a sfamarli. Mi sono informato, scoprendo che in realtà realtà le colonie cittadine di volatili sono oltremodo numerose anche grazie alla prossimità di importanti corsi d'acqua. In questa occasione non mi sono spinto fino in via Nizza, come ho sempre fatto in passato, in segno di omaggio nei confronti di un luogo determinante per tutta la mia famiglia. La portineria del 141 stavolta era un po' eccentrica rispetto al fulcro dei miei interessi, e forse anche questo è il segno di un ciclo che si chiude. Ho imparato che il museo dell'artiglieria che ha sede nel maschio di via Cernaia e uno dei due edifici torinesi che hanno il civico zero.
giovedì 6 aprile 2023
TO2023 - Sesta giornata
L'ultima giornata dedicata alle visite turistiche si svolge fra sacro e profano. A Palazzo Reale c'ero stato soltanto la mia prima volta a Torino, nel 1978, accompagnato dal gentilissimo Giulio. Con noi venne anche la piccola Erika, la figlia dal piglio ribelle e risoluto. È arrivato il momento di aggiornare i file. Le stanze di rappresentanza sono ovviamente magnifiche, in tutta la loro opulenza, dai pavimenti in legno intarsiato, porte, sovrapporte, tendaggi e arredi vari. L'illuminazione di ciascun ambiente, però, è pessima e non consente di ammirare convenientemente ogni particolare. Peccato. Rivedo la monumentale Cappella della Sindone, gestita in condominio con la Cattedrale che visiterò più tardi. All'uscita mi dirigo alla Real Chiesa di San Lorenzo, che ieri non avevo potuto visitare causa celebrazione in corso, presieduta da Sua Eccellenza Monsignor Arcivescovo. Il tempio è raccolto ma davvero notevole. Un trionfo di marmi squisitamente barocco. L'edificio è privo di facciata per decisione dei Savoia, poiché prospettando sulla piazza Castello, sede del potere temporale, non doveva mettere in ombra il Palazzo: anche a livello simbolico, meglio evitare equivoci: qui comandiamo noi. Negli oculi di due delle quattro cappelle laterali vi sono degli affreschi "segreti": si possono vedere soltanto due volte l'anno, quando la luce solare, perfettamente allineata con altrettante aperture, li disvela.
mercoledì 5 aprile 2023
TO2023 - Quinta giornata
Per la terza volta sono tornato alla Reggia di Venaria, che è la dimostrazione di quali miracoli si possano realizzare con caparbietà e lungimiranza. Il pullman della GTT arriva in ritardo alla fermata di Piazza Castello, ma io sono in vacanza e non ho alcuna tabella di marcia da rispettare. A dimostrazione che non si finisce mai di imparare, anche oggi ho scoperto qualcosa che mai avrei immaginato, ossia un doppio legame di questa cittadina con il mio Friuli. Oltre alla Reggia, che è diventato il fulcro delle attività cittadine negli ultimi 15 anni dopo aver vissuto decenni di oblio e degrado con finanche il rischio di essere abbattuta, l'economia locale è stata a lungo sostenuta dall'industria serica, prima, e della fibra sintetica, poi, a partire dagli anni '20 del secolo scorso, quando la Snia Viscosa avviò un primo stabilimento. Ed ecco qui il trait d'union con Torviscosa, città di fondazione friulana sorta attorno alla lavorazione delle fibre vegetali. Ma c'è ancora dell'altro. Lo sviluppo industriale di Venaria fu così repentino da richiedere l'Impiego di numerosa manodopera immigrata proveniente dal Triveneto. La proverbiale diffidenza dei piemontesi non facilitò l'integrazione delle migliaia di lavoratori che abbandonavano aree dove la miseria era stata aggravata dai disastri e dalle spoliazioni del primo conflitto mondiale, ma il tempo si incaricò di aggiustare le cose.
martedì 4 aprile 2023
TO2023 - Quarta giornata
La colonia romana romana di Augusta Taurinorum viene fondata nel I secolo avanti Cristo come avamposto militare lungo la strada per le Gallie. Percorrendo il decumano massimo (l'odierna via Garibaldi, in cui ho trovato temporaneo rifugio nel mio soggiorno Torinese) si giunge a quella che era la porta Decumana, che con successive trasformazioni diventerà Palazzo Madama. Nei miei diversi viaggi verso le origini non ero mai riuscito a visitarlo. Oggi ho rimediato, ottenendo per ricompensa dovizia di stupore. Il museo raccoglie opere d'arte antica, pale d'altare, sculture lignee, quadri, materiale lapideo. Tutta la parte medievale è decisamente pregevole. All’esterno è stato ripristinato anche un orto medievale, che in verità a me pare assai modesto e non paragonabile a quello realizzato a Perugia, in Borgo XX Giugno, nei pressi della chiesa di San Pietro, in cui si riconoscono uno studio approfondito e un rigore filologico, una cura per i dettagli di cui a Torino non sembrano esserci tracce apparenti. Il pomeriggio indossa invece una veste mistica. Franca insiste per accompagnarmi in ogni dove, compatibilmente con i suoi impegni di lavoro, così io ne approfitto volentieri. Con il 58 barrato sono tornato a casa sua e lungo il tragitto ho scorto alcuni manifesti di propaganda leghista che promettono l'abbattimento dell'IVA sul pellet.
lunedì 3 aprile 2023
TO2023 - Terza giornata
Je tornade primevere, cui soi mîl mîl odors... Mi sveglio con le note di questa villotta nelle orecchie, dopo che un amico l'ha proposta su Facebook e per celebrare degnamente l'arrivo della primavera parto in direzione della palazzina di caccia di Stupinigi. Il viaggio si preannuncia avventuroso. Ieri sera ci ho messo un bel po' per pianificare il tragitto e scegliere i mezzi più confacenti. La linea 4 arriva fino a Filadelfia e poi c'è una navetta sostitutiva. Scartata. La 10, invece, da piazza Statuto mi porta fino a Piazzale Caio Mario, giusto in faccia alla monumentale palazzina uffici di Mirafiori. Da lì, con la 41 si giungerà a destino, dopo aver traguardato Strada del Drosso e le dolci memorie che vi sono legate. In quella via abitavano Cachi e Gigiuta, una coppia di amici di famiglia molto cari. Fu sul terrazzo del loro appartamento che io, fanciullo, mi sporsi attraverso la ringhiera per poter vedere meglio uno dei loro figli che stava giocando in cortile. Una volta infilata la testolina, però, non c'era verso di ritrarla e io iniziai a lanciare urla di aiuto in direzione dei miei genitori, che stavano amabilmente chiacchierando in casa. Dopo alcune caute manovre il capino fu finalmente liberato dalla morsa della balaustra e il terrore sì chetò.
domenica 2 aprile 2023
TO2023 - Seconda giornata
Sotto i portici della prefettura, in Piazza Castello, una professoressa cerca di destare l'attenzione della torma di ragazzini in gita scolastica affidati alle sue cure. "Voi quest'anno avrete gli esami", spiega, "dunque è importante che conosciate Cristoforo Colombo." Incuriosito, mi attardo a origliare per comprendere le ragioni di tutta quell'importanza attribuita alla scoperta dell'America. In realtà, l'avventuroso viaggio del navigatore Ligure non c'entra niente. Quello che viene presentato ai ragazzini per farne un loro oggetto del desiderio è un medaglione in bronzo che raffigura il busto di Colombo e in particolare un suo mignolo della mano in altorilievo. Leggenda vuole che strofinare il proprio mignolo a quello del medaglione prima di un esame porti molta fortuna. La tradizione è tanto radicata che nel corso degli anni si è reso necessario provvedere a un rifacimento dell'appendice bronzea, ormai consumata. Una visita al Museo Egizio, quando torno a Torino è d'obbligo. Vi andai la prima volta nel 1978 e ricordo ancora gli ambienti polverosi, le teche ormai antiche e una generale sensazione di vecchiume diffuso assai poco attraente.
sabato 1 aprile 2023
To2023 - Prima giornata
Diego mi aspetta a Porta Susa. È arrivato da Pinerolo per rivedermi dopo non so più quanti anni. Franca e Luca passeranno di lì a recuperarci in auto per raggiungere la stazione di Sassi, da dove parte il tram a cremagliera per Superga. Dopo essermi aggiudicato la tessera dell'abbonamento musei nell'efficiente ufficio turistico di Piazza Castello, mi dirigo a piedi, guidato dal navigatore di Google lungo via Pietro Micca. Passando sotto quei portici imponenti su cui si affacciano eleganti palazzi con le loro balaustre in ferro battuto, posso soltanto immaginare la meraviglia di chi proveniente da un remoto villaggio di montagna li percorse per la prima volta. Mentre immagino i miei genitori e i loro amici del paesello nel loro primo contatto con la grande città, da una fisarmonica mi arrivano le note di Moliendo Cafè.
venerdì 31 marzo 2023
TO2023 - Prologo
Torino è uno dei miei luoghi dell'anima. Si può dire che sia il primo, almeno in ordine cronologico, dato che è lì che sono venuto al mondo. I miei vi si erano trasferiti in cerca di fortuna, partendo da una valle Friulana tanto ricca di aria salubre, quanto avara di opportunità. Già il nonno Bepi, padre di mio padre, al termine della Prima guerra andò a fare il vigile urbano a Milano. Conservo ancora, recuperati da mio padre, alcuni dei manuali e dei regolamenti che il nonno fu chiamato a far rispettare nella grande città. Sfogliandone uno ho scoperto che i primi veicoli a motore agli inizi del Novecento anche in Italia circolavano a sinistra. Il nonno Tone, invece, per pagare gli uomini che gli avevano costruito la casa partì per la campagna d'Etiopia. Gente di montagna, costretta a esplorare il mondo per tentare di costruirsi un futuro. Così fecero anche i miei genitori, assieme a molti altri loro compaesani. Si iniziava fin da piccoli, accompagnando a piedi mamme e zie che trascinavano carretti carichi di cucchiai, mestoli, pesta sale e ogni altro oggetto che l'abilità artigiana dei loro uomini sapeva ottenere lavorando il legno. Quella merce veniva spesso barattata con farina da riportare a casa, quando era ceduta ai contadini della pianura.
sabato 28 gennaio 2023
Il vizio della memoria
Passeggiando per le vie di Ivrea potrà capitare di imbattersi in alcune targhe poste a ricordo di persone ed episodi della Resistenza. All’inizio di via Jervis, per esempio, la strada su cui si affacciano i principali edifici olivettiani a partire dalla primigenia fabbrica di mattoni rossi, un discreto pannello metallico presenta al visitatore poche foto e succinte note biografiche. Guglielmo Jervis arrivò ad Ivrea nel 1935, dove divenne direttore della scuola apprendisti meccanici dell’Olivetti. Dopo l’armistizio aderì alla resistenza partigiana e, grazie alle sue doti da alpinista, accompagnò molti profughi ebrei in Svizzera, per poi trasferirsi a continuare la Resistenza tra le montagne della Val Pellice. Dopo la sua morte, fucilato e poi impiccato dalle SS, nel 1950 venne decorato alla memoria della medaglia d’oro al valor militare.
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