e le note vengono aggiornate di quando in quando)
lunedì 31 dicembre 2018
La capsula reniforme
L’hanno chiamata così perché dire “bacinella a forma di fagiolo” pareva brutto. Sembra appartenere a ciascuna delle tante corporazioni in circolazione una divertente autoreferenzialità lessicale che finisce inevitabilmente per guastare il processo comunicativo e pregiudicare la comprensione di chi si trova all’esterno del gruppo. Qualcuno potrebbe sostenere perfino che l’insistito ricorso a un linguaggio settoriale sia funzionale all’autoconservazione del gruppo, intendendo marcare con l’impiego di termini “tecnici” la differenza fra chi sta dentro e chi sta fuori. Se invece si tratta di semplice consuetudine, è evidente che non si ha ben chiara la necessità di farsi comprendere dal proprio interlocutore. Nel 1993 il Dipartimento per la Funzione Pubblica, allora retto dal prof. Sabino Cassese, distribuì a tutte le Amministrazioni Pubbliche una guida, il “Codice di stile delle comunicazioni scritte”, con l’intento di rendere queste più comprensibili ai cittadini.
domenica 30 dicembre 2018
Il comunismo, la rivista e l’OCR
Nel settembre del 1984 stavo per iniziare l’ultimo anno della ragioneria e m’interrogavo sul futuro. Da qualche tempo avevo manifestato uno spiccato interesse per l’informatica, che allora cominciava a uscire dai templi della scienza per diffondersi nella società civile. Proprio in quel periodo a Udine era stato attivato un corso di laurea in scienza dell'informazione, a cui meditavo di iscrivermi una volta archiviata la maturità. Ma c'era il numero chiuso, le immancabili difficoltà logistiche proprie di ogni “fase d’impianto” (scarsità di aule e conseguenti quotidiane peregrinazioni degli iscritti attraverso la città) e poi… Udine era troppo vicina. Avrei potuto fare il pendolare, mentre la mia idea di università includeva allora l’agognato abbandono del paterno ostello (lech lechà...). Non proseguii gli studi in quella direzione, ma l’interesse per i computer rimase intatto. Incuriosito dal fenomeno, iniziai a documentarmi, leggendo le riviste che si potevano trovare in edicola. Puntai naturalmente su quanto di più ostico potesse esserci per un neofita.
sabato 29 dicembre 2018
Marx e il p.c. (seconda parte)
(la prima parte di questo lungo saggio si può leggere cliccando su questo link)
Il popolo sovietico non riuscirebbe quasi a immaginarsi una situazione in cui quasi tutti i libri siano disponibili per prestiti o acquisti, come pure la maggioranza di dischi e film. Il concetto che una società possa mettere a disposizione di tutti più di 100 pubblicazioni sui computer in concorrenza tra di loro, molte delle quali prodotte da imprese indipendenti, terrorizzerebbe i pianificatori sovietici. Eppure questo è il numero delle pubblicazioni disponibili oggi in Inghilterra. Adesso l’Unione Sovietica si trova di fronte al personal computer e avrà problemi ancora più grossi. L'attuale Piano quinquennale parla di un computer in ogni scuola entro il 1990. Per contrasto, l'Inghilterra aveva già almeno un computer in ogni scuola secondaria entro la fine del 1983 e dovrebbe averne uno in ogni scuola entro la fine di quest'anno.
Il popolo sovietico non riuscirebbe quasi a immaginarsi una situazione in cui quasi tutti i libri siano disponibili per prestiti o acquisti, come pure la maggioranza di dischi e film. Il concetto che una società possa mettere a disposizione di tutti più di 100 pubblicazioni sui computer in concorrenza tra di loro, molte delle quali prodotte da imprese indipendenti, terrorizzerebbe i pianificatori sovietici. Eppure questo è il numero delle pubblicazioni disponibili oggi in Inghilterra. Adesso l’Unione Sovietica si trova di fronte al personal computer e avrà problemi ancora più grossi. L'attuale Piano quinquennale parla di un computer in ogni scuola entro il 1990. Per contrasto, l'Inghilterra aveva già almeno un computer in ogni scuola secondaria entro la fine del 1983 e dovrebbe averne uno in ogni scuola entro la fine di quest'anno.
venerdì 28 dicembre 2018
Marx e il p.c. (prima parte)
Il lungo testo che segue, di cui questa è la prima parte, fu pubblicato sul numero di settembre del 1984 della rivista d’informatica ZEROUNO col titolo: “Riuscirà il comunismo a sopravvivere all’informatica?”
Uno spettro si aggira per l'Europa. Già ne aveva parlato il saggista Christopher Evans nel libro Micro - la rivoluzione dei computer scrivendo: «L'assoluta dipendenza della tecnologia dei microprocessori dai metodi di produzione e distribuzione di massa del capitalismo potrebbe essere l’inizio della fine del pensiero marxista». Adesso su questo argomento torna il giornalista Rex Malik, collaboratore di 01 Informatique e del Times con un lungo saggio pubblicato sulla rivista Intermedia di cui ZEROUNO pubblica qui ampi stralci. Il sistema del socialismo reale ha cavalcata con una certa padronanza la rivoluzione industriale; riuscirà a cavalcare anche la tigre elettronica? La risposta di Malik è documentatamente negativa. Vediamo perché.
Uno spettro si aggira per l'Europa. Già ne aveva parlato il saggista Christopher Evans nel libro Micro - la rivoluzione dei computer scrivendo: «L'assoluta dipendenza della tecnologia dei microprocessori dai metodi di produzione e distribuzione di massa del capitalismo potrebbe essere l’inizio della fine del pensiero marxista». Adesso su questo argomento torna il giornalista Rex Malik, collaboratore di 01 Informatique e del Times con un lungo saggio pubblicato sulla rivista Intermedia di cui ZEROUNO pubblica qui ampi stralci. Il sistema del socialismo reale ha cavalcata con una certa padronanza la rivoluzione industriale; riuscirà a cavalcare anche la tigre elettronica? La risposta di Malik è documentatamente negativa. Vediamo perché.
giovedì 27 dicembre 2018
La discarica del Crovoleit
La seduta consiliare del 29 novembre scorso ha riportato alla ribalta una delle annose vicende che animano da qualche lustro le cronache cittadine. Proveremo qui a inquadrare l’affaire “Discarica” con uno sguardo dall’alto, trascurando i dettagli di un lungo percorso travagliato che ancora non ha visto la fine. Tutto inizia formalmente nell’anno 2000, quando il Consiglio Comunale impegna l’Amministrazione a restituire al Comune di Pordenone i “rifiuti già conferiti nella discarica di Vallenoncello in un futuro impianto di cui il Comune di Cordenons intende dotarsi” (dalla Perizia suppletiva e di variante al progetto definitivo del dott. Fausto Brevi, 23/12/2015). Si tratta di un debito milionario tuttora pendente che le casse comunali non sarebbero in grado di sostenere.
giovedì 20 dicembre 2018
Il re minore
Dominò, dominò, dolce nome di un valzer francese... Inizia così un valse musette che se fosse un vino si potrebbe definire “di pronta beva” (https://www.youtube.com/watch?v=SGM_xYr1ePs). Un ballabile a uso delle orchestrine prêt-à-porter che qualche lustro fa anch’io animavo come solista (che è un modo elegante per dire in italiano one man band) e che avevo inserito fra i “titolari” del mio repertorio. Da qualche giorno ho ripreso a frequentare quotidianamente la pedemontana pordenonese. Oggi per salire sono passato da Sedrano e una volta arrivato alla sinusoide d’asfalto che lambisce i locali in cui era la Trattoria Stella mi è tornato in mente Stefano, il mio amico liutaio e chitarrista di cui ho già parlato qui.
martedì 11 dicembre 2018
Uomini e caporali
"Ho deciso che da ora in poi offriremo una gita di fine naia agli alpini congedanti e voglio affidarne a lei l'organizzazione." Che culo, pensavo, mentre il comandante di battaglione mi esponeva i dettagli di quest'altra ardimentosa missione. Qualche tempo prima aveva deciso di acquistare un acquario per la sala mensa del circolo ufficiali e a me spettò curarne l'allestimento e la successiva gestione. Allo scopo andai a Udine, in via Grazzano, per scegliere i pesci che avrebbero allietato con le loro vivaci livree i nostri pasti, acquisendo nel contempo alcune basilari nozioni di ordinaria manutenzione del nuovo ornamento da salotto appena incorporato dall'esercito.
domenica 9 dicembre 2018
D'Aquila Penne, Ugne di Leonessa
È questo il motto, attribuito a Gabriele D'Annunzio, che compare sullo stemma araldico del Battaglione Alpini "L'Aquila". Questa unità dell’esercito, che ai tempi della leva obbligatoria inquadrava prevalentemente ragazzi abruzzesi, fa parte della Brigata Alpina Julia. Ed è la ragione per cui ne ricordo la divisa (araldicamente parlando).
L'endecasillabo rende però altrettanto bene i tratti salienti del carattere di mia madre, donna determinata e tenace. Fino a quando mio padre ha mantenuto in esercizio la sua attività a lei spettava di seguire tutti gli aspetti burocratico-amministrativi della modesta impresa familiare, come andare in posta a pagare i bollettini, curare i rapporti con la banca e il commercialista, ecc. Tutto questo in aggiunta, beninteso, ai quotidiani impegni casalinghi e materni. Quando frequentavo il Mattiussi per diplomarmi in ragioneria il rientro a casa per il pranzo costituiva l'occasione per aggiornarmi sulle sue avventure mattutine, capaci di riservare sorprese, procurare arrabbiature o impartire lezioni di vita.
L'endecasillabo rende però altrettanto bene i tratti salienti del carattere di mia madre, donna determinata e tenace. Fino a quando mio padre ha mantenuto in esercizio la sua attività a lei spettava di seguire tutti gli aspetti burocratico-amministrativi della modesta impresa familiare, come andare in posta a pagare i bollettini, curare i rapporti con la banca e il commercialista, ecc. Tutto questo in aggiunta, beninteso, ai quotidiani impegni casalinghi e materni. Quando frequentavo il Mattiussi per diplomarmi in ragioneria il rientro a casa per il pranzo costituiva l'occasione per aggiornarmi sulle sue avventure mattutine, capaci di riservare sorprese, procurare arrabbiature o impartire lezioni di vita.
venerdì 7 dicembre 2018
Stelle contro Torri, 2-0
Tolmezzo, caserma Del Din, 1987. Esterno giorno. Quando prendevo servizio come Ufficiale di Picchetto della caserma, al cambio della guardia istruivo brevemente i ragazzi con cui avrei condiviso il turno facendo qualche raccomandazione su come intendevo che venissero svolti i rispettivi compiti. Prima di tutto, spiegavo che l’ordine “pett-arm” non esiste e che, anche se si esegue portando al petto il fucile Garand, che va tenuto inclinato in diagonale, il comando da dare è “tracoll-arm” (lo ammetto, sono sempre stato un tantino...puntiglioso, ma i militari con queste cose ci vanno a nozze e io mi ero adeguato allo stile con grande facilità). Ricordavo poi di chiedere un documento d’identità a ciascuna persona in ingresso, militare o civile che fosse, per annotarne estremi sull’apposito registro. Una mattina arriva un’AR dal Comando Brigata con a bordo un colonnello. Si avvicina il capoposto e raccoglie il tesserino del capo macchina. Vedo dalla guardiola che con l’ufficiale seduto al suo fianco c’è qualche difficoltà. Il caporalmaggiore viene a riferirmi.
giovedì 29 novembre 2018
L’insospettabile virtù del dado esagonale
Era il 2011 quando acquistai il mio primo pico-proiettore. Dopo aver letto su Wired la recensione di un paio di modelli mi decisi al grande passo. Meditavo da tempo di acquistarne uno per uso casalingo, complici le insidiose sollecitazioni di un collega di lavoro smanettone e patito di tecnologia. L'idea di avere un proiettore portatile dalle dimensioni contenute, l'affidabilità del produttore e la favorevole recensione di una rivista autorevole neutralizzarono ogni titubanza. Lo ordinai online, perché un prodotto del genere non aveva (e credo non abbia ancor oggi) estimatori sufficienti per trovare posto sugli scaffali di uno dei tanti super empori dell'elettronica. Quando mi arriva il pacco lo scarto con impazienza e inizio a vuotare la confezione alla ricerca del mio nuovo giocattolo.
venerdì 16 novembre 2018
I noccioli sul retro
Ciascuno degli innumerevoli "oggetti" che affollano gli spazi di casa mia ha una propria storia. Ognuno di essi è carico di ricordi, sovente piacevoli, e riesce ad evocare emozioni, volti, luoghi e pensieri. Del tecchiaiolo ho già riferito altrove (Storie di anarchici, pirati e cavatori), ma c'è poi ad esempio quell'annunciazione del Beato Angelico che ho sistemato in camera da letto e che pare un affresco strappato proditoriamente dalla sua sede naturale. E invece altro non è che un poster da cinquemila lire acquistato durante la vacanza dell'estate 1996 al bookshop di Santa Maria della Scala, il vecchio ospedale di Siena che affaccia sulla sontuosa cattedrale e che in quegli anni stavano riconvertendo a museo. Allora si poteva visitare soltanto il piano terra, ma ce n'era d'avanzo, una volta entrati nella grande sala affrescata che fino a qualche tempo prima aveva accolto i letti di una corsia ospedaliera. Quel quadro mi riporta la memoria allo splendido cielo toscano e ai bei giorni trascorsi a viaggiare,
martedì 13 novembre 2018
Il libro della quinta classe
Custodisco fin da ragazzino alcuni libri di scuola appartenuti a mio padre (classe 1930), che versano ormai in condizioni sempre più precarie (complici alcuni miei adolescenziali interventi a base di nastro adesivo che, malgrado le buone intenzioni, non soltanto non si sono rivelati efficaci per la tenuta delle rilegature, ma hanno intaccato le pagine con le sostanze chimiche rilasciate dallo scotch che ho utilizzato). Ho scoperto di recente che a due passi da casa hanno il loro laboratorio di restauro due barbuti fratelli, uno dei quali, calligrafo e mastro rilegatore, si è offerto di venirmi in soccorso. Gli ho quindi affidato speranzoso i sei volumi editi dalla Libreria dello Stato, Roma, in uso agli alunni della quinta elementare e attendo con trepidazione di apprezzare l’esito della cura. Religione, storia, geografia, aritmetica, grammatica, queste le materie incluse negli aviti sussidiari.
lunedì 12 novembre 2018
Vacanze greche (appendice civica)
Una volta rientrato a casa dal tour ellenico mi rimanevano da sbrigare un paio di faccende. Per prima cosa approfittai di una serata in cui veniva presentato ai cittadini il bilancio preventivo del comune per ringraziare il sindaco, il cui ruolo nel salvataggio della mia vacanza non era stato secondario (qui e qui si possono leggere i dettagli del tumultuoso inizio di quell'avventura). Poi però scrissi al questore di Brindisi per segnalare un episodio che a mio parere rimane, oggi come allora, sintomatico del rapporto che ogni burocrate ha con chi si trova oltre il vetro dello sportello. La sera della partenza nel posto di polizia del porto non ero il solo ad avere problemi con i documenti. Mentre aspettavo il mio turno assistetti a un tragicomico siparietto, di cui volli mettere a conoscenza l'autorità locale.
domenica 11 novembre 2018
San Martino
Addio, monti sorgenti dall’acque... Beh, veramente qui c’è a malapena l’acqua di qualche rugo che si riscuote giusto in caso di alluvioni, ma il saluto ai monti ci sta. La pieve di Fanna è dedicata a San Martino e ogni anno, col principiar di novembre, se ne celebra la festa. Nei fine settimana brulicano le bancarelle per le vie e ardono i fuochi degli ottimi chioschi gastronomici. Artigiani e bricoleur di ogni età propongono le loro meraviglie; gli amatori delle mele antiche raccolgono prenotazioni da chi voglia portarsi a casa piante dai nomi più melodiosi, che saranno consegnate la primavera successiva; gli alpini alle griglie dispensano pasti saporiti. Quando eravamo contadini, non molti anni fa, la ricorrenza veniva tuttavia attesa con qualche apprensione dai coloni. L’annata agraria, mi raccontava il bravo professore di diritto della ragioneria, iniziava l’undici di novembre ed era in quella occasione che i contratti di mezzadria venivano rinnovati (oppure no). Per i nostri nonni l’espressione “fare San Martino” aveva perciò il gusto amaro del trasloco subìto. Significava prendere armi e bagagli e abbandonare la cascina per cercar fortuna altrove, presso un altro “padrone”.
venerdì 9 novembre 2018
Vacanze greche (II)
[la prima parte di questa cronaca tormentata si può leggere qui www.iltaccuinodipiterpan.it/2018/11/vacanze-greche-i.html]
Prima che possa cedere alla disperazione il maresciallo dei carabinieri mi viene in soccorso, avvisandomi che anche nei giorni festivi ci dev’essere sempre un ufficiale di stato civile reperibile per ricevere comunicazione di nascite e decessi. Sentirà quindi lui il sindaco perché attivi il funzionario di turno, che a sua volta andrà in comune per rispondere al fax. Intanto però il tempo passa e il traghetto inizierà ben presto a scaldare i motori. Se lo perdo, il successivo partirà la sera e io arriverò in Grecia troppo tardi per raggiungere la Comitiva, che nel frattempo sarà ripartita per la tappa successiva del tour.
giovedì 8 novembre 2018
Vacanze greche (I)
Nel 1994 decisi che era arrivato il momento per fare il mio primo viaggio all’estero. Non disponevo di passaporto e non avevo intenzione di assoggettarmi alla lunga trafila per ottenerlo, quindi restrinsi il campo ai paesi dell’Unione Europea, dove sarei potuto entrare con la sola carta d’identità. Non me la sentivo di viaggiare da solo, così decisi di rivolgermi a un tour operator locale e acquistai un viaggio organizzato. Dal 7 al 16 settembre avremmo visitato “la Grecia classica e le Meteore”, con spostamenti in pullman pressoché quotidiani.
mercoledì 7 novembre 2018
1899
Regnando S.M. Umberto primo per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia. L’anno 1899 ed addì 11 settembre nel Comune di Maniago e nella casa che serve ad uso di R. Pretura. Davanti a me Dr. Giuseppe Mazzoleni Notaio residente in Maniago ed iscritto presso il Consiglio notarile dei Distretti tiuniti di Udine, Pordenone e Tolmezzo ed in presenza dell’Ill.o Sig. Avv. Dr. Ferruccio Malipiero R. Pretore del Mandamento, debitamente richiesto e dei Signori Bressan Beniamino fu Pietro, Cancelliere, nato a Camposampiero qui domiciliato (...)
Così inizia il testo di un atto notarile vergato a mano con calligrafia ormai dimenticata che ho trovato a casa. La mania archivistica dev’essere proprio un vizio di famiglia.
Così inizia il testo di un atto notarile vergato a mano con calligrafia ormai dimenticata che ho trovato a casa. La mania archivistica dev’essere proprio un vizio di famiglia.
giovedì 25 ottobre 2018
Volendo, si può
Quando i burocrati accettano di mettersi al servizio dell’utenza, chi come me ha da sempre avuto con gli uffici pubblici un rapporto che va dal complicato al conflittuale rischia di essere destabilizzato. Qualche giorno fa ho avuto la malsana idea di concentrare in una sola mattinata gli appuntamenti in due diversi uffici pubblici presso i quali volevo tentare di sistemare delle questioni rimaste in sospeso. Prima in Regione, per attivare la mia Carta Regionale dei Servizi (la tessera sanitaria). Una prima attivazione già l’avevo fatta nel 2012. I miei computer casalinghi hanno abbandonato da alcuni anni Windows e io ho sopportato con tenace rassegnazione la conseguenza di sentirmi parte di un’enclave. Insiel all’epoca aveva pasticciato con i driver necessari a Ubuntu per far funzionare il lettore di tessere fornito gratuitamente dalla Regione e necessario per utilizzare la CRS, tanto che il dispositivo non funzionava, così a un certo punto ho desistito.
giovedì 23 agosto 2018
Il dovere d’iniziativa e la cultura del “no se pol”
Qualche giorno fa, curiosando sul sito di Repubblica, sono stato attirato dal titolo di un post appena pubblicato sul blog di Concita De Gregorio (“La mia dipendente e l’arbitrio delle banche”). Si trattava della testimonianza del manager di una media impresa lombarda che riferiva le difficoltà incontrate da una dipendente della propria azienda nell’aprire un c/c bancario sul quale farsi accreditare lo stipendio. La signora è una richiedente asilo a cui i diversi sportelli bancari e postali ai quali si era infruttuosamente rivolta opponevano un’obiezione di natura pratica: il suo codice fiscale non viene accettato dalle procedure. Bisogna sapere che le norme attualmente in vigore prevedono che ai soggetti richiedenti asilo nel nostro Paese venga attribuito un codice fiscale provvisorio fintanto che la competente commissione territoriale non abbia espresso parere favorevole sulla loro richiesta (a questo link è disponibile la comunicazione di servizio n. 8 del 26/7/2016 dell’Agenzia delle Entrate).
lunedì 30 luglio 2018
Soi lât su par che scjalute
Inizia così una canzonaccia da osteria col testo in friulano, buona per rallegrare gli amici che fanno festa. La ascoltai per la prima volta a un veglione di capodanno a Sedrano quando avevo 17 anni. Il bar-trattoria “Stella” si trovava allora in paese, in un vecchio edificio che dava sulla strada stretta e serpeggiante. Nessuna possibilità di parcheggio e quando uscivi era meglio fare attenzione alle auto in transito. Soi lât su par che scjalute/ma 'l barcon 'l ere siarât/jò j ai dit mandi ninine/e 'l barcon si è spalancjât. Ci misi poco a impararla, includendola negli intermezzi corali che avrebbero accompagnato le successive innumerevoli “zingarate” con Sergio e i Gitani. Nel 1983 frequentavo il quarto anno della ragioneria, ma avevo già accumulato il repertorio di due fisorchestre e alcuni anni di esperienza sul palcoscenico: ero dunque pronto ad affrontare l'impegno di un veglione di capodanno.
sabato 3 febbraio 2018
Le libertà di espressione
La Sala cannoniera ospita convegni, spettacoli, presentazioni di libri. Si trova nelle viscere di quella che fu la Rocca Paolina, odiato simbolo dell'oppressione pontificia, che aveva i suoi cannoni puntati su corso Vannucci, per difendersi dai perugini, e che gli insorti demolirono a picconate, pietra su pietra, come fu per la Bastiglia. In quella sala una decina di anni fa ascoltai una selezione di canti popolari presentata dal gruppo “I giorni cantati di Calvatone e Piàdena”. Canti del lavoro, della festa, della lotta. Al posto dell'usuale programma della serata, sulle seggiole riservate al pubblico erano state distribuite alcune fotocopie tenute assieme da un punto metallico. In una prima, mezza paginetta, si presentava il gruppo come prodotto autonomo della Lega di Cultura di Piàdena, mentre le pagine successive erano state riprodotte da una rivista che trovai fortunosamente qualche anno più tardi su una bancarella di libri usati al festival di storia di Gorizia. Il testo di quelle pagine l'ho trascritto a suo tempo qui (Prima, Seconda e Terza parte).
giovedì 1 febbraio 2018
Un popolo di estrosi ciarlatani
La mia naia si è svolta per buona parte a Tolmezzo, in una caserma ormai chiusa e abbandonata da tempo dov'era alloggiato un reparto di alpini d'arresto, anch'esso disciolto. Al comando di battaglione il capitano Boiti era l'unica persona normale, assieme ad un anziano maresciallo maggiore che portava su di sè tutta la saggezza derivante dai lunghi anni di servizio. Con Boiti si poteva ragionare, era persona garbata e di buon senso: decisamente fuori posto in quella piccola armata Brancaleone. In quel tempo si andava organizzando in regione il servizio Meteomont, che è quello che monitora le condizioni del tempo in montagna per gestire il pericolo valanghe e prevenire gli incidenti. Dal comando brigata di Udine chiesero che ogni compagnia segnalasse due militari con le seguenti caratteristiche: dovevano essere almeno diplomati, sapere sciare e conoscere bene l'inglese.
giovedì 25 gennaio 2018
Sindrome da onniscienza telematica
“Vede qui? Poi può controllare su internet: l'angolo fra questo e questo dev'essere di circa 10 gradi – mi dice l'ortopedico indicandomi la radiografia sul grande monitor che gli sta di fronte – Direi che ci siamo.” Dopo aver ricomposto la frattura al polso e ingessato l'arto, si controlla il risultato ai raggi x per verificare la situazione. Mi ha colpito quel richiamo alla possibilità di riscontrare su internet la veridicità delle informazioni che il medico mi stava fornendo, quasi che la sua perizia professionale non fosse sufficientemente garantita dal luogo (un ospedale pubblico) e dal suo ruolo (medico evidentemente abilitato ad esercitare), ma dovesse ricevere una sorta di validazione ulteriore da google. La Gazzetta di Modena di qualche giorno ci informa che un medico del locale pronto soccorso ha denunciato per interruzione di pubblico servizio e minacce il familiare di un paziente
sabato 20 gennaio 2018
70 anni di un mito
Il 2018 sembra essere piuttosto ricco di anniversari. Il centenario della Grande Guerra, gli 80 anni dalla promulgazione delle vergognose leggi razziali; i settant'anni dall'entrata in vigore della Costituzione repubblicana. Il '68 ne compie cinquanta e i nati nel 1978 diventeranno finalmente quarantenni (assieme a Cinemazero e alla Corale cordenonese). Fra le tante ricorrenze, rimangono per me non meno significativi i 70 anni di Tex. L'eroe a fumetti che ha accompagnato l'adolescenza di molti di noi (e anche di qualche genitore ormai incanutito) vide la luce nel 1948. Per celebrare l'anniversario da qualche settimana si trovano in edicola degli eleganti cartonati con le sue prime avventure. Tradizionalmente, il colore è riservato soltanto ai numeri “centenari” della collezione, mentre le uscite mensili degli albi di Tex contengono disegni in bianco e nero. In questi volumi celebrativi, tuttavia, per sottolineare la solennità della circostanza, i disegni sono stati colorati,
mercoledì 10 gennaio 2018
Riflessione in due atti (brevi)
La logica delle amicizie, utili a sveltire l'evasione di una pratica o favorire l'accoglimento di una richiesta, non mi è mai piaciuta. Rimango convinto che sia necessario avere regole certe e trasparenti uguali per tutti, anche per chi risulta orfano di amicizie. Esperienze recenti, tuttavia, mi dimostrano come nella realtà di ogni giorno le cose vadano diversamente, perfino quando si ha a che fare con le richieste più banali, prive di alcun tornaconto.
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